Time is running out

da | Set 7, 2020 | Fuori righe | 1 commento

Definire il tempo non è tra le cose più facili da fare,è un concetto astratto che si trasforma in materia, in attività fisiche o mentali e che scandisce la nostra vita dal primo momento.
Il tempo è denaro, perdere tempo o trovarlo sono semplici espressioni che danno valore ad un concetto “astratto”, modi di dire che colorano un pensiero.
A seconda della nostra età, organizziamo l’utilizzo del tempo in base alle nostre priorità; studiosi di ogni genere hanno provato a definire il tempo secondo i loro punti di vista. Ma come si calcola il tempo? Lo si può guadagnare? O lo si perde e basta?

Da bambini, la nostra giornata si divideva tra scuola e divertimento, qualche volta con lo sport. Crescendo, il tempo iniziamo a dividerlo tra studio, divertimento, sport e relazioni sociali.
Questa divisione giornaliera continua, quasi immutata, fino alla laurea e dopo. Da quel momento iniziamo a togliere spazio al tempo, con la ricerca del lavoro, lo stress, l’essere presente nelle relazioni sociali e da dove lo togliamo? Dal libero utilizzo, da quei momenti che ci permettono di definirci, di coltivare passioni e pensieri, da semplici momenti che ci ritagliamo per evadere da una realtà che ci fa pesare di essere “diversi

Il lavoro nobilita l’uomo, scrisse qualcuno. Ma anche “tutto lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato” scrisse qualcun altro e questi due pensieri, diventano sempre più la normalità. C’è chi per lavorare, inizia ad “invadere” il tempo del riposo per svagare la mente ma c’è anche chi di tempo per distrarsi non ne ha più, per il troppo lavoro.

The Big Bang Theory

Tutti conoscono la serie tv che ha messo in risalto la figura del nerd, “the big bang theory”, una categoria sociale che prima della visione sugli schermi era quasi emarginata. Fin da bambino ho avuto una passione per fumetti e videogiochi, alle quali si sono aggiunti il cinema e le serie TV. Prima della serie era difficile socializzare, proprio come nelle puntate che tutti abbiamo visto, con chi del mondo nerd non faceva parte. Come potevi spiegare l’alienazione data da un fumetto o da un mondo virtuale? L’emozione che si espandevano tra le righe di libri e giochi? Era sempre difficile esprimere questo tempo libero con chi il nerd quasi lo disprezzava.

Realtà virtuali

Oggi con Internet e la possibilità di usufruirne liberamente ovunque grazie agli smartphone, il tempo libero nella cultura di massa è attraverso i social o comunità virtuali. Tra gruppi, gattini e meme il tempo libero è scandito da questi rapidi momenti di svago, utilizzati per distrarci.
Personalmente mi son ritrovato ad utilizzare il tempo dello svago, ad usufruire del tempo spesso e volentieri all’interno di comunità virtuali videoludiche. In diverse occasioni ho riscontrato persone che continuano a vedere questa socialità come “sbagliata”, poiché non vedi l’interlocutore o non puoi invitare per un caffè l’altra persona; eppure in queste comunità ho stretto amicizie che durano da anni, così come al di fuori di questi ambienti. In questi anni attraverso il gioco ho avuto l’opportunità di ampliare il mio bagaglio culturale, di conoscere realtà diverse dalla mia, di incontrare persone che in passato non avrei avuto modo di conoscere.

In fin dei conti, noi nerds dobbiamo ringraziare Chuck Lorre e Bill Prady con la sitcom The Big Bang Theory poiché abbiamo ottenuto una piccola rivincita sulla società e ci siam spostati dall’angolo, un po’ più coraggiosi di raccontare le nostre passioni considerate alienanti.

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1 commento

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