Willy. Non è un nome. Nemmeno un ragazzo ammazzato da ignoranza, fascismo e violenza. E non è neanche più il figlio pianto da una madre in preda al dolore. Willy siamo tutti noi che quotidianamente incrociamo gli occhi di gente incattivita da una società distratta, da una classe dirigente che incita all’odio, da un mondo che semplicemente sta procedendo verso la deriva come se fosse un toro impazzito.
Willy è la nostra parte migliore, ovvero quella che si ribella al dilagante fascismo che sta riconquistando posizioni su posizioni nello scacchiere di guerra di cui la sinistra parla soltanto sui giornali. Willy, però, è anche tutte le paure che ci tentano a lasciar stare, tanto è soltanto un’ingiustizia più e poi noi da soli non possiamo fare granché.
Non avremmo mai voluto affrontare questo tema. La vita di questi anni, però, ci ha sbattuto in faccia la violenza più irrazionale. E quindi, col dolore nel cuore e consapevoli che nessuno è al sicuro, il tema della settimana è “la violenza in provincia”.
Antonio Lepore-Andrea Famiglietti
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