Mi ricordo montagne verdi e le corse di una bambina… che fugge da un’orda di zombie (“Montagne morte”, Marcella Defunta)
Questa è la storia di uno di noi anche lui nato per caso in via Gluck. In una casa, fuori città. Gente tranquilla che lavorava. Là dove c’era l’erba ora c’è… un cimitero pieno di bare vuote! (“Lo zombie della via Gluck”, Adriano Decomposto)
NON SI DEVE PROFANARE IL SOGNO DEI MORTI
ANNO: 1974
DURATA: 85 min (R-rated) | 93 min (unrated)
GENERE: “green” horror
REGIA: Jorge Grau
SCENEGGIATURA: Sandro Continenza, Marcello Coscia, Juan Cobos (non accreditato), Miguel Rubio (non accreditato)
PRODUZIONE: Italia, Spagna
CAST PRINCIPALE: Ray Lovelock, Arthur Kennedy, Cristina Galbo, Aldo Massasso, Roberto Posse, José Ruiz Lifante, Giorgio Trestini

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)
Un motociclista e una giovane donna s’incontrano per caso e decidono di viaggiare insieme. Per sbaglio si ritrovano in campagna, in una remota regione dell’Inghilterra dove stanno sperimentando un nuovo antiparassitario ad ultrasuoni…
APPROFONDIMENTO E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDADACALE)
L’eroico produttore Edmondo Amati insieme al regista spagnolo Jorge Grau (Il Peccato, Le Vergini Cavalcano la Morte) licenziano uno degli horror europei più interessanti e sottovalutati dai critici e dagli spettatori dell’epoca. Siamo nel 1974 e i “nuovi morti viventi” del Cinema non hanno ancora raggiunto l’apice della loro popolarità, cosa che avverrà solo quattro anni più tardi grazie a Geroge A. Romero con il suo Zombie (Dawn of the Dead).
Non si deve profanare il sogno dei morti è una pellicola che non fa alcun mistero del suo intento ambientalista. Il film riesce a unire perfettamente tanto ottimo e truculento intrattenimento con una discreta dose d’”impegno” (se proprio ne sentite il bisogno). Il tema principale è quello della manipolazione scriteriata della natura da parte dell’uomo (gli zombi “confermano” il loro disagio per la situazione con espressioni velatamente malinconiche). Su questo s’innesta anche la questione dello scontro intergenerazionale tra i giovani ‘capelloni e drogati’ e gli adulti che ottusamente non li considerano maturi e responsabili.

Ottimo il cast. La regia di Grau è estremamente efficace e solo sporadicamente ingenua. Ma quello che va sottolineato è la fotografia che sostituisce i chiaroscuri del bianco e nero di film a tema quali L’Isola degli Zombi (1932, Victor Halperin) o il super-cult La notte dei morti viventi (1968, George A. Romero) con dei sorprendenti colori vividi. Scelta assolutamente d’impatto.
Grandiosi come sempre gli effetti speciali e i trucchi di un altro eroe del Cinema di genere, il nostro Giannetto De Rossi che beneficia dell’ottima fotografia citata in precedenza.
Negli anni il film è stato distribuito con una marea di titoli differenti. In Italia è conosciuto anche come Zombie 3 e Da dove vieni?. Strambo e divertente il titolo della riedizione americana: Breakfast at the Manchester Morgue.
LINK, TRAILER E VIDEO (SE IL SINDACATO VUOLE)
VISIONI (S)CONFINANTI, ALTERNATIVE O RANDOM (SENZA DIRLO AL SINDACATO)
Captain Fastastic (2016, Matt Ross), Fitzcarraldo (1972, Werner Herzog), La quinta stagione (2012, Peter Brosens e Jessica Woodworth), Pontypool (2009, Bruce McDonald), Un posto sicuro (2015, Francesco Ghiaccio).
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