Abbecedario di provincia: lettera L

da | Dic 25, 2020 | Abbecedario di provincia | 0 commenti

Esistevamo già prima delle mie stronzate nei tuoi giorni e del tuo strabismo che mi confonde ancora (non mi distraggo quando parli, è che a volte non so se ti rivolgi a me). E c’eravamo prima dei stupidi tramonti assieme, quando magari ci commuovevamo guardando mari opposti oppure calpestando una terra diversa, i miei passi più cialtroni dei tuoi, sempre precisi ed efficaci. E chissà tu dov’eri quando quel bambino che assomiglia a Middle mi rubò la merendina ed io, ovviamente di nascosto, ruppi i suoi occhiali. Ricordo che piangeva e nulla più, fu la prima soddisfazione nella mia vita. E chissà dov’ero io quando andasti male nell’interrogazione di storia e magari imprecasti contro Cesare.

Se ci penso bene, da quando io e lei stiamo assieme, che poi assieme è brutto come termine, abbiamo compiuto le stesse azioni che facevamo già nelle nostre vite precedenti. Però è diverso. Ad esempio, ti senti meno stupido se durante un funerale ti scappa da ridere (per fortuna è un fatto vero) o avverti maggiore consapevolezza quando arriva il momento di prendere una decisione perché sai che a quel punto un eventuale boomerang potrebbe colpire anche la sua di testa.

E pensando a lei ci sarebbe migliaia di parole da scrivere e aneddoti da raccontare, però poi sarebbe tipo una lettera e riguarderebbe soltanto noi, quando invece io, che non sono nessuno, vorrei soltanto invitarvi a stringere il vostro lui/lei e pensare che le vite di prime erano bellissime, ma mancava quella magia che poi diventa noia che però la si può sconfiggere e la solitudine si combatte meglio. Che poi, e ora mi viene da sorridere, è tutto qua. Adesso avrei romanzi da leggere, canzoni da stonare e tabacco da fumare, ma vorrei soltanto darle fastidio, magari imitando Hugh Grant in “The Gentleman” (a proposito, gran film, ovviamente consigliato da lei).

E se ci penso ancora meglio, nel corso di questi anni ci siamo anche smarriti, però con resistenza ed ironia abbiamo scoperto che nascosti dalla quotidianità e dal tempo c’eravamo noi, forse un po’ bistrattati, ma pur sempre noi. Perché accade sempre questo momento, ma a meno di altre certezze, immaginatevi a ridere da soli nel bel mezzo di un funerale senza il rumore assordante e bellissimo della sua risata.

Canzone da ascoltare: Brunori Sas-Per due che come noi

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