Gli ematomi dell’emarginazione: lasciami entrare

da | Apr 14, 2021 | Cinema off e pizza | 0 commenti

Non è l’anima ossessionata ma il corpo affamato a creare un reietto.

(Joseph Conrad)

…e mai citazione è stata più appropriata per il film e la tematica di questa settimana, oltre che per la solita ricetta in calce. Come tutti ho sempre voglia di una buona pizza e di un film stimolante da vedere, anche in solitudine mentre fuori nevica. L’articolo contiene un regalo, un’imperdibile visione speciale extra per la quale mi ringrazierete tutta vita.

LASCIAMI ENTRARE

ANNO: 2008

TITOLO ORIGINALE: Låt den rätte komma in

DURATA: 115 minuti

GENERE: dramma al poetico gusto di plasma e lacrime

REGIA: Tomas Alfredson

SCENEGGIATURA E SOGGETTO: John Ajvide Lindqvist (autore del romanzo da cui è tratto il film)

PRODUZIONE: Svezia

CAST PRINCIPALE: Lina Leandersson, Kåre Hedebrant, Karin Bergquist, Per Ragnar, Henrik Dahl

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Svezia, 1982. Oskar vive in un sobborgo povero di Stoccolma, con un padre e una madre che si occupano poco di lui e viene spesso maltrattato dai suoi compagni di scuola. Il ragazzo, mentre culla sogni di riscossa nei confronti dei bulli che lo umiliano quotidianamente, resta affascinato dall’arrivo di una coetanea, la dodicenne Eli che, per il suo aspetto, sembra arrivare dall’Europa dell’Est. La solitudine e l’emarginazione li farà avvicinare ma Eli, ragazzina pallida che non conosce il freddo e la paura, nasconde un segreto che renderà la loro amicizia qualcosa di… eccezionale.

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ. MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER CONFONDERVI LE IDEE

 NOTA N.1:  se siete tra i pochi che ancora perdono tempo con i libri, passate nella vostra libreria indipendente di fiducia per acquistare l’omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist da cui è tratto il film. Sarà una bellissima scoperta, esattamente come lo sarà la visione del film. Lo stesso Lindqvist si è occupato dell’adattamento per il grande schermo scrivendo soggetto e sceneggiatura. E se volete esagerare, dopo la lettura o la visione del film, provate a recuperare Carmilla, un racconto del 1872 scritto dal nostro amico Sheridan Le Fanu.

NOTA N.2: nel 2010 gli americani hanno girato un remake del film dal titolo di Blood Story (Let Me In), diretto da Matt Reeves. Evitatelo con cura. Non confondetevi, mi raccomando! L’originale svedese è decisamente di un altro livello.

Lasciami entrare – sempre e solo l’originale svedese del 2008 – è un incredibile e poco classico film di formazione. Ma non è solo questo. Si tratta di un’opera che gioca con i generi per raccontare stati d’animo confusi e sull’orlo del baratro a causa dell’emarginazione accentuata da culture tragicamente dominanti. Tra i pregi principali di quest’opera devo assolutamente indicare il modus operandi con cui la regia trasforma un archetipo orrorifico letterario e cinematografico in qualcosa di poco scontato e profondo. Per quelli che si fidano: le tematiche e le immagini che strizzano l’occhio agli horror dai canini aguzzi sono semplicemente delle magnifiche e poetiche metafore, atte a strutturare una storia che mostra come la neve più bianca e immacolata può nascondere degrado e solitudine, ma anche opportunità. Il film, se la memoria mi assiste, resta uno dei più originali degli ultimi quindici anni per come affronta un modello classico ma, come dimostrato, per nulla immutabile. Se poi a qualcuno di voi piace solo quella “mezza… saga” di Twilight, potete sempre cercare la redenzione attraverso questa visione al contempo dolce, profonda e tremenda.

Lasciami entrare ha vinto numerosi premi, tra cui il Best Narrative Feature al Tribeca Film Festival.

NOTA N.3: vista la tematica della settimana, avrei voluto scrivere di Freaks (1932, Tod Browning), ma non sarebbe stata giusto condensare in poche battute uno dei film più straordinari della storia del Cinema. Lascio alla vostra intraprendenza il compito di guardare questa pellicola.

EVITIAMO IL TRAILER, QUESTA CLIP ANDRÀ BENE LO STESSO

PIZZA, IL CONDIMENTO DELLA SETTIMANA

Lamelle di parmigiano e radicchio (possibilmente di Chioggia): saltate il radicchio in padella con olio e cipolla tritata per pochi minuti. Successivamente potete aggiungerlo anche come condimento extra, dopo aver guarnito la pizza con pomodoro, mozzarella, olio, sale e origano a piacimento. A fine cottura, la pizza va cosparsa con abbondanti lamelle di parmigiano e, volendo, una generosa spolverizzata di pepe.

ALCUNE VISIONI (S)CONFINANTI. SCOPRI GLI INTRUSI

Freaks (1932, Tod Browning), Il ragazzo selvaggio (1969, François Truffaut), 30 giorni di buio (2007, David Slade), L’enigma di Kaspar Hauser (1974, Werner Herzog), L’uomo senza sonno (2004, Brad Anderson), Il gatto mammone (1975, Nando Cicero)

SEZIONE SPECIALE

“…personalmente, consiglierei la visione di Castaway on the Moon a tutti almeno una volta nella vita, sia perché fa bene al cuore e all’anima, ma soprattutto perché lo reputo perfetto in questo periodo di disagio mondiale; 120 minuti che possono aiutare a risollevare gli animi appassiti, a tornare a sognare e soprattutto sorridere.” (Arianna Screpanti , IlCineocchio.it)

Castaway on the moon (2009, Lee Hae-jun),

IL TRAILER

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