Abbecedario di provincia: lettera I

da | Giu 4, 2021 | Abbecedario di provincia | 1 commento

Mercoledì ho festeggiato 29 anni di convivenza con me stesso. Non abbiamo atteso la mezzanotte perché quella magia è svanita da un pezzo. Però, di mattina, mano nella mano, siamo andati a salutare il “vecchissimo Peugeot” – come canta Pezzali – con cui stiamo affrontando questo viaggio che innumerevoli post facebook definiscono “vita”.

Rischiando di inciampare in buste di patatine e mozziconi di sigaretta spenti male, ci siamo accomodati. Io al posto del guidatore, con i miei occhiali sporchi e sempre meno capelli in testa; lui accanto, acciaccato e piuttosto malinconico. Dopo neanche un secondo, siamo scoppiati a ridere felici. Senza un motivo in particolare, o forse sì: quello di essere sopravvissuti a piccole e grandi tragedie che accadono sempre quando non si è pronti. In fondo non si può essere pronti, ad esempio, a salutare la propria sorella e rivederla – se abbiamo azzeccato religione – quando non potremo rinunciare ad assistere ad un funerale.

Una risata liberatoria anche per aver realizzato che ad un certo punto nell’autostrada dei giorni qualcuno andrà sempre più veloce del nostro Peugeot ed è inutile forzare il motore e rischiare di restare a piedi. Un giorno decidemmo di comune accordo di massimizzare (e non di accontentarci) le nostre prestazioni e goderci ogni istante, incluso quello in cui un sogno si spezza. Perché è inutile girarci intorno: ho fallito già tante volte, però qualche successo l’ho conquistato “anche arrancando come quel vecchissimo Peugeot”. Il ticchettio della tastiera che mi rimette in pari con il mondo; lei che chiude gli occhi e si fida di me nonostante non sia in grado neanche di prenotare al ristorante; la fiducia dei miei, conquistata tra delusioni e sudore; gli amici ed il lavoro dei miei sogni a cui voglio sempre più bene.

Ora siamo qui – io ed io (la parola della settimana) – e di fronte a noi abbiamo l’ennesima salita da affrontare. Il timore di non farcela è forte, sta qui, però non ci frena come accadeva prima. Siamo consapevoli che qualche inconveniente si materializzerà – forse ho dimenticato lo stereo acceso – però ci rimettiamo in viaggio. Ed è questo che forse ho realizzato un pelino tardi: conta la strada che si sta percorrendo, non quella già percorsa o quella che percorreremo (sempre se troviamo un cazzo di benzinaio in questa stradina spersa).

 

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