La nascita di un governo
Se si pensa all’origine della democrazia torniamo indietro di millenni, ancor prima della nascita di Gesù Cristo (forse era più democratico lui che altre losche figure politiche odierne), viaggiando verso l’Antica Grecia. Culla del pensiero democratico Atene figurava come la città – stato creatrice di questa forma di governo e che si contrapponeva politicamente a Sparta, un governo oligarchico. Il filosofo Aristotele considerava la città di Sparta come la più democratica tra le città – stato greche poiché permetteva a tutti i cittadini, gli Spartiati, di prendere decisioni importanti mentre nella filosofica Atene questo importante aspetto era trascurato; nella città ateniese per esempio gli schiavi non avevano nessun diritto di voto ed erano considerati meno di zero.
Oggi tra i banchi scolastici le città-stato di Atene e Sparta vengono studiate e contrapposte come forme di governo, avendo la prima idealizzata come “genitrice del pensiero democratico” e la seconda come una realtà guerrafondaia e tutt’ora molti richiamano il pensiero ateniese come una solida realtà, quando in quella primitiva forma di governo democratica esistevano molte zone d’ombra. Come il divieto di voto per le donne o gli schiavi.

Assemblea democratica ateniese
Evoluzione democratica
Dall’antica Grecia fino alla rivoluzione francese la storia e il genere umano hanno visto un susseguirsi di forme di governo che si accostavano o allontanavano dal concetto democratico; durante la rivoluzione francese il concetto politico di democrazia è ritornato sulla scena storica ma con “pochi” pregi ma tantissimi difetti. Durante questo periodo storico, come ben saprete, non ci fu solo la fine della monarchia ma anche una fase del terrore dove chiunque poteva essere accusato e giustiziato di essere un nemico della repubblica e con questo paradosso vissuto dal popolo francese fu pronunciata il famoso motto Liberté, Égalité, Fraternité.
Queste tre parole dovrebbero racchiudere tutta l’essenza della democrazia, un governo rappresentativo di qualsiasi persona e senza escludere alcuna dalle decisioni politiche eppure già durante la rivoluzione francese non tutti erano uguali; questo aspetto della rinascita democratica in fin dei conti è arrivata fino a noi, peggiorando di secolo in secolo.

Liberté, Égalité, Fraternité
La fine ?
Nell’epoca post moderna con l’avvento della rete internet e il bombardamento continuo di informazioni verso l’individuo, la democrazia sta subendo una grave crisi. Al giorno d’oggi informarsi è diventato molto più semplice rispetto al passato grazie allo sviluppo tecnologico e comunicativo ma allo stesso tempo è diventato estenuante. L’informazione quotidiana che l’intera popolazione democratica riceve, ha portato il singolo individuo a creare una sorta di barriera antidemocratica; ogni individuo preferisce rimanere in una bolla informativa dove ogni cosa è filtrata e accettata in base a ciò che cerchiamo e preferiamo, creando una società semi-distopica.
Oggi sui social ogni individuo tende a raggrupparsi in mini società virtuali dove il suo pensiero è condiviso e il diverso deriso e osteggiato tutti insieme; una realtà sociale e virtuale del genere va contro ogni principio democratico, poiché porta la popolazione ad isolarsi dal prossimo e diventare man mano meno partecipativa. Il 20 e 21 Settembre 2020 in Italia si votò il referendum per il taglio dei parlamentari e la popolazione italiana decise che preferiva essere meno rappresentata ma poter “risparmiare sui costi della politica”, un pensiero che ho visto come un clamoroso autogol.
Molte persone ancor prima di questo referendum non avevano una reale rappresentazione parlamentare o una possibilità di affermarsi sulle masse e mostrarsi, un po’ come era la situazione ad Atene per gli schiavi.
L’anno scorso la decisione popolare ha inferto un grave colpo alla democrazia, diminuendo la rappresentazione e l’inclusività alla discussione politica.
Ma il referendum non è l’unico aspetto antidemocratico che affligge il nostro paese, altre battaglie politiche e sociali sono affrontate alla soglia del 2022 e da anni; tra queste la possibilità di abortire, un pensiero democratico che dovrebbe essere accettato da tutti ma che tutt’ora viene ostacolato da individui che pensano che la donna ancora non sia in grado di decidere per sé, oppure la continua lotta LGBTQA+ per una parvenza di inclusività e partecipazione ma che non hanno ancora ottenuto poiché visti come individui non naturali da una parte vecchia della politica italiana e non solo da loro. Tutte queste lotte in un paese democratico dovrebbero essere già terminate da un pezzo eppure ci ritroviamo ancora oggi a vedere persone vivere senza un diritto reale, lasciate nella loro paura e all’odio che il prossimo prova per loro sui social. Un odio viscerale che non si comprende e non comprendo, un sentimento che sembra dire che se queste persone verranno riconosciute dalla democrazia saremo noi “normali” a perdere diritti e riconoscimenti. Ma non è così, in democrazia nessuno perde diritti se tutti guardassimo nella giusta direzione ma prima che ciò avvenga passerà ancora del tempo.
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