Ho il raffreddore forte e non mi sento granché. Quindi, anche se nessuno me l’ha chiesto, andrò dritto al punto: secondo me sul Ddl Zan siamo stati tutti (o quasi) idioti. E non perché non è stato approvato.
Spiego. Nell’ultimo anno, le due fazioni in campo hanno preferito portare avanti una battaglia esclusivamente ideologica, senza spiegare nel concreto cosa sarebbe cambiato con l’introduzione o meno del Ddl Zan.
Esempio: Ho tanti amici gay e per me ognuno è libero di fare ciò che vuole, tuttavia non bisogna toccare i bambini, che poi ad una certa attraverso il Ddl Zan potrebbero trasformarsi persino in un Power Rangers (che poi non ho mai capito che superpoteri avessero); sei un fascista di merda! Il Ddl Zan va approvato perché siamo tutti uguali come affermato da Fedez e Ferragni – anche se forse sarebbe meglio citare compagno Moretti – e poi i leghisti, mi chiamo Giorgia, lo schwa perché la grammatica italiana è medievale.
Abbiamo contribuito a preparare un minestrone che, sempre secondo me, ha gettato tutti nella confusione, inclusi quelli che quotidianamente già praticano la libertà di pensiero e di azione. Un errore questo che ha avvantaggiato soprattutto quei quattro cialtroni senatori che hanno applaudito alla bocciatura del disegno di legge promosso dal deputato Alessandro Zan (che scena pietosa). Loro, infatti, nella confusione e nell’ignoranza si muovono a proprio agio.
Il minestrone, poi, è stato favorito anche dall’urgenza che avvertiamo di esprimere la nostra opinione sui social: un virus che ormai ha contagiato tutti noi, altro che il Covid. Infatti, per arrivare primi, abbiamo evitato di leggere la proposta di legge, di informarci, di documentarci: molto più facile fare il tifoso di uno o dell’altro schieramento. Ps: in tutti noi sono inclusi, purtroppo, anche i giornalisti ritenuti degni dalla sinistra.
Infine, ma questa è soltanto la riflessione di uno che non capisce un cazzo di politica, sono stati idioti i partiti, che si sono intestarditi a livelli disumani nel portare avanti la propria battaglia evitando di avviare un dialogo costruttivo (inclusi i favorevoli alla proposta di legge che ad una certa sembrava non volessero condividere con nessuno il carro dei vincitori).
Ed è stato un peccato visto che la posta in palio era altissima: si trattava, infatti, della libertà di esprimere noi stessi senza rotture di coglioni.
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