Ormai vivo in attesa di morire. È la mia condanna per non aver raggiunto i traguardi nei tempi prestabiliti e per aver creduto, ad un certo punto, ai sogni. La società, questa società in cui sputiamo il sangue, in fondo ce lo ricorda tutti i giorni: conta vincere e bisogna farlo anche il più presto possibile. Quindi testa bassa e pedalare e non importa se devi imbrogliare, se devi massacrare la tua umanità: i tuoi obiettivi sono lì e la tua unica religione ti suggerisce di raggiungerli a tutti i costi. E non pensare neanche ai lacci sciolti, lo sai che non hai il tempo di fare un cazzo. Al massimo posta qualcosa su instagram così sazi la tua fame di dimostrare agli altri che sei una bella persona, impegnata e che magari scopa assai bene.
Quindi, sguardo in alto, petto in fuori e mettiti in cammino. Non badare ai morti di fame, è giusto che paghino per i loro fallimenti; scegliti un gruppo sociale dove bere qualcosa e non fare troppo domande su cosa succeda nel mondo mentre tutti noi pensiamo ad una rivoluzione; non mostrare emozioni a meno che non sia necessario per un post motivazionale perché sembra che un traguardo non valga se non lo si sbatte in faccia a tutti; tieni sempre a mente, infine, che ora sei un animale e devi sbranare tutto ciò che si muove tra i tuoi occhi ed il successo.
Potrai vivere giorni in cui ti mancheranno le incertezze, le canzoni da cantare chiuso nella tua stanzetta ma passeranno presto, te lo prometto. Lo vedi quel tale con gli occhiali e la camicia a quadri? È in attesa di morire perché non è riuscito ad uccidere quell’ansia di fallire che ci inoculiamo da soli ogni giorno e tu non devi fare la sua stessa fine. Mi raccomando, non piangere, non essere debole: ricordati che in palio c’è la tua sopravvivenza in questo mondo.
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