È il tipo di reazione ad un fallimento a decidere il destino di un essere umano?

da | Nov 16, 2021 | Editoriale | 0 commenti

Per non smentire la nostra fama di formidabili pessimisti, nelle prossime due settimane scriveremo di fallimenti. In questi giorni, infatti, ci siamo interrogati su cosa effettivamente significhi “fallimento” e su come proviamo ad affrontare questi momenti difficili. Del resto, è inutile girarci intorno: ogni fallimento è una prova complessa da superare.

Qualcuno, però, da una caduta anche drammatica riesce a trovare lo spunto necessario per rialzarsi ancora più determinato; altri, invece, si lasciano abbattere se un progetto, un sogno, non riesce ad imboccare la strada desiderata. A riguardo in tanti sostengono che la differenza tra un essere umano “che ce la fa” e l’altro sta proprio nella reazione dinanzi ad un fallimento. Basti pensare, ad esempio, alle grandi personalità della storia: Steve Jobs, Thomas Edison, J. K. Rowling, giusto per citarne qualcuno.

Siamo pronti ad affrontare questo ennesimo viaggio, dunque, sempre in compagnia della nostra banda di #scarpesciuote: la speranza è che come al solito ci farete compagnia.

Andrea Famiglietti

Antonio Lepore

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