Nessuno ti obbliga ad andare

da | Apr 22, 2022 | La raccomandata | 0 commenti

Resistere, adattarsi, rassegnarsi, reinventarsi. Sono queste le parole che mi vengono in mente e che descrivono, a mio parere, perfettamente quello che avrei dovuto fare se avessi deciso di restare a Napoli. Per tre quarti sono parole dalla natura negativa, poi un barlume di speranza. Sì, perché la verità è che ognuno si vive la vita che vuole vivere e che tutto, ma veramente tutto, è relativo.

Le variabili che conducono a prendere una decisione sono sempre tante e passano dal contesto, ai mezzi che si hanno a disposizione, fino ad arrivare alla personalità di quel dato soggetto che si trova ad affrontare una situazione e magari a fare una scelta.

Fossi stata più devota al sacrificio e alla sopportazione oppure avessi avuto un carattere più forte e determinato, fossi stata ricca o poverissima, forse ora sarei a Napoli e vivrei pure bene.

Un manuale su come fare per non doversene mai andare non esiste. Non sarebbe neanche giusto averlo. Vorrebbe dire rinunciare alle emozioni, agli istinti, a tutto ciò che si sente e non si programma.

Sono andata via perché così mi andava di fare, perché dall’esterno mi arrivavano più sollecitazioni che dall’interno, semplicemente perché sono io, forse perché così doveva andare.

Che poi, sia chiaro, andarsene non è mica una colpa. La sensazione, infatti, è che ci sia una continua condanna da parte di chi resta nei confronti di chi se ne va. Come se chi decide di andare fosse un traditore, uno che non ci tiene alla propria terra madre, un debole.

Allo stesso modo, chi è andato via guarda dall’alto al basso chi è rimasto, il più delle volte aggettivandolo come vigliacco, nullafacente, legato alle comodità.

Non vuoi andare via? Resisti e sopporta tutto ciò che non ti va giù, ingoia i bocconi amari e tira dritto. Adattati alle scomodità, ai disservizi, alle mancanze. Rassegnati perché viviamo in un mondo incomprensibile in cui tanti non riescono a fare una cosa buona e una testa calda riesce a generare una guerra. Reinventati e nel tuo piccolo genera qualcosa di positivo che ti possa far stare bene. Oppure semplicemente non ascoltare questi stupidi consigli. Semplicemente resta perché nessuno ti obbliga ad andare.

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