A ciascuno il suo

A ciascuno il suo

“Nell’epoca del global warming e del riscaldamento climatico, le ali di cera di Icaro si sarebbero sciolte subito e Icaro non sarebbe mai morto.”

(Fabrizio Caramagna)

L’estate incombe e io divento pigro. Chi segue Cinema-Off e Pizza sa già che durante le ondate di calore dei mesi estivi scatta la versione ‘da ombrellone’ della vostra rubrica preferita di tutti i tempi. Una versione con più YouTube – soluzione comoda in ogni dove per gustarsi una bella storia – e meno pizza. Lo faccio per voi, così i farinacei – nella vostra forma e condimenti preferiti – non saranno d’intralcio alla prova costume.

Il film di questa puntata è un meraviglioso giallo/poliziesco datato 1967 e diretto da Elio Petri dal titolo A ciascuno il suo. Lungometraggio (vincitore di tre Nastri d’Argento nel 1968) tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia (finalista al premio Strega del 1966).

Qui di seguito la trama in breve, così non sudate: Sicilia, durante una battuta di caccia vengono freddati il farmacista Manno e un suo amico, il dottor Roscio. Al farmacista, in precedenza, era stata recapitata una lettera anonima contenente minacce di morte e accuse inerenti a una sua relazione extraconiugale. Siamo a Cefalù e ovviamente le indagini prendono per direttissima la strada del classico delitto d’onore, ma la questione è decisamente più contorta di quanto sembri. A far luce su tutto ci penserà il professor Laurana appena trasferito in un liceo del posto.

Perché guardare A ciascuno il suo al posto di ammirare uomini e donne palestrati e abbronzatissimi in spiaggia? Vi elenco solo una manciata di motivi:

  • Elio Petri è il Regista;
  • Con questa pellicola inizia la leggendaria collaborazione tra Elio Petri e Gianmaria Volontè, impeccabile protagonista nei panni del professore;
  • Il romanzo di Sciascia viene adattato perfettamente, sospendendolo tra ironia e dramma, dal regista e dallo sceneggiatore Ugo Pirro, lo stesso del film Todo Modo;
  • Interessante ed efficace la maniera in cui viene ricostruito il complesso mosaico che porterà alla soluzione finale, soluzione che trasporterà con sé un mare agitato di sottotesti politici e sociali.

Una curiosità: la locandina del film fu censurata, o tempora, o mores! A tal proposito Petri dichiarò: “Una scena normalissima, i due giovani sdraiati su un prato, lui le tiene un braccio sotto la nuca e tenta di baciarla e lei, vestitissima, si sottrae; nel movimento, si vedono un pochino le gambe. Tutto qui. Eppure, sono stati rapidi come razzi in questa nostra Italia dove per far qualsiasi cosa ci vogliono secoli; è perlomeno sospetto.“

L’estate è il periodo dell’anno migliore per i gialli, fatevi tentare da un film bellissimo. Netflix e le altre piattaforme non si offenderanno se per soli novanta minuti saranno messe da parte.

Prima di lasciarvi al link che contiene il film completo vi riporto un’ultima nota, anzi delle ultime note… musicali. La colonna sonora del film fu affidata alla formidabile coppia Bacalov / Nicolai, il primo come compositore e il secondo come direttore d’orchestra. E ora samba!

ESTRATTO DALLA COLONNA SONORA

FILM COMPLETO

Qui ci vorrebbe un… dottor miracolo

Qui ci vorrebbe un… dottor miracolo

“Vi siete mai domandati come mai le scimmie, quando imitano gli umani, battano le mani e ridono a più non posso?”

Jean-Paul Malfatti

“Non vi sono miracoli, né eccezioni alle leggi di natura.”

Stephen Hawking

Aprite le gabbie, procuratevi una bella ragazza e un gorilla per i vostri esperimenti casalinghi, sgranate gli occhi, ammirate Lugosi e, soprattutto, preparatevi per la pizza (quella da mangiare con sprezzo del pericolo).

Contiene il film completo nella versione italiana, un trailer omaggio, una pizza giapponese e un breve audio su Bela Lugosi a cura di Carlo Lucarelli (consigliatissimo).

IL DOTTOR MIRACOLO

TITOLO ORIGINALE: Murders In The Rue Morgue
ANNO: 1932
DURATA: 72’
GENERE: Mistery
REGIA: Robert Florey
SOGGETTO: Edgar Allan Poe (racconto Murders In The Rue Morgue), Robert Florey (adattamento)
SCENEGGIATURA: Tom Reed e Dale Van Every, Ethel M. Kelly (non accreditato)
PRODUZIONE: Stati Uniti d’America
CAST PRINCIPALE: Bela Lugosi, Sidney Fox, Leon Ames, Bert Roach, Betty Ross Clarke, Brandon Hurst

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Parigi, metà Ottocento. In città arriva il circo e, insieme ai pagliacci, i leoni e tutto il resto, arriva anche il Dottor Miracolo. Quest’ultimo, un iconico Lugosi in versione mad doctor, inizia a giocare con sangue, donne e gorilla per dare origine al suo personale… miracolo.

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)

Perché cimentarsi con questa visione in bianco e nero datata 1932? Procedo in ordine sparso e nella mia comodissima versione a “lista”:

  • Il direttore della fotografia è Karl Freund, uno che all’epoca faceva la differenza. Un altro dei tanti maestri tedeschi fuggiti a Hollywood a insegnare il Cinema a quei buzzurri di americani pieni di soldi;
  • Bela Lugosi, seppur con il suo classico portamento caricaturale e teatrale, supera di gran lunga la sua precedente interpretazione in Dracula (1931, Tod Browning). E che sia chiara una cosa: Dracula il Vampiro (1958, Terence Fisher) della Hammer è un film di un altro livello, decisamente migliore rispetto allo storico film di Lugosi (senza offesa per la storia);
  • Il soggetto è tratto da un racconto di Edgar Alla Poe e, come capitava sempre, alla fine della narrazione originale ne è rimasta davvero poco (Roger Corman docet). Il racconto, pubblicato nel 1841, s’intitola The Murders in the Rue Morgue. È considerato la prima storia poliziesca in letteratura, ma solo se vogliamo sprofondare nell’oblio lo scrittore norvegese Mauritz Hansen e il suo romanzo del 1839, Mordet på Maskinbygger Roolfsen (L’assassinio del macchinista Roolfsen);
  • Decisamente interessanti la svolta sci-fi del film rispetto al bellissimo racconto originale e l’aspetto vagamente espressionista del girato. In pratica, il gorilla ubbidiente e la tecnica ricordano l’immortale Il gabinetto del dottor Caligari (1920, Robert Wiene). Come già detto, Freund faceva la differenza. Le bellissime atmosfere di questo lungometraggio sono merito suo;
  • Il Dottor Miracolo è uno scorcio interessante sulle produzioni dell’epoca, soprattutto quelle un po’ più ricche della Universal;
  • Curiostià: senza svelarvi troppo, il finale rocambolesco del film anticipa di un anno il film King Kong (1933, Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack);
  • Il film è divertente nel suo essere una messe di idee “pazzesche” e un po’ naif. Approcciatelo senza temere che sia noioso.

VISIONE (S)CONFINANTE (STAVOLTA SOLO UNA)

PIZZA TIME, SOLO PER I PIÙ CORAGGIOSI: UN OLTRAGGIO ITALO-GIAPPONESE

FILM COMPLETO (NELLA VERSIONE ITALIANA)

LUGOSI RACCONTATO DA LUCARELLI. PAURA, EH?!

Nazis at the center of the Earth

Nazis at the center of the Earth

Se fossi religioso, direi che è venuta l’apocalisse. Siccome non sono religioso, mi limito a dire che sono venuti i nazisti, il che, forse, è la stessa cosa.

(Alberto Moravia)

Io li odio i nazisti dell’Illinois…

(Jake Blues)

NAZIS AT THE CENTER OF THE EARTH

ANNO: 2012
DURATA: 85’
GENERE: sci-fi/avventura
REGIA: Joseph Lawson
SCENEGGIATURA: Paul Bales
PRODUZIONE: United States
CAST PRINCIPALE: Dominique Swain, Jake Busey, Josh Allen, Christopher Karl Johnson, Maria Pallas

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Germania, 10 maggio 1945. In un aeroporto segreto dei nazisti stanno tramando qualcosa che non è il caso di raccontarvi così presto.

Antartide, giorni nostri. Un gruppo di ricercatori fa una scoperta davvero strana (no, non ve la voglio anticipare) e, subito dopo, accade qualcosa di ancora più incredibile che però è meglio se la scoprite guardando il film nel link più avanti.

 

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)

Voi volete bene alla The Asylum? Io sì. La statunitense The Asylum è una casa di produzione e, soprattutto, di distribuzione di film a basso budget direct-to-video (o straight-to-video). Vuol dire che la divertente robaccia che spacciano in giro non passa per le sale cinematografiche, ma va a finire direttamente sui supporti per la visione casalinga (o nei cesti delle offerte “tutto a un euro”), donando gioia ai più arditi. Nazis At The Center Of The Earth fa parte del catalogo Asylum e già potrei terminare qui l’approfondimento sul film. Ma, visto che non sono pagato per farlo, vi scriverò qualcos’altro, giusto per creare un po’ di caos.

Nazis, nel suo essere orrendo, sfiora il sublime e varrà sicuramente la visione, soprattutto se sarete consapevoli del tipo di produzione. Il punto di forza del film risiede nella sceneggiatura scritta direttamente dai uno dei boss della Asylum, tale Paul Bales che, probabilmente sotto l’effetto di sostanze illegali, ha scritto una storia folle. Una storia che per un b-movie è perfetta e parente stretta di numerosi altri film a tema (vi suggerirò qualche altro film simile nell’apposita sezione). In Nazis c’è di tutto, dai riferimenti ai cartoni animati tipo Futurama (un personaggio in particolare) fino ad arrivare ai classici scienziati pazzi della fantascienza più vintage. Tutto, ma proprio tutto, sempre al limite della credibilità e con una CGI spassosissima e leggermente sopra la media della casa di produzione coinvota. Considerando che non si tratta di un documentario non avremmo potuto chiedere di meglio per essere intrattenuti nella maniera “peggiore”, senza scomodare la politica o questioni decisamente più serie. Io vi ho avvisato, ora saranno… Nazi vostri!

FILM COMPLETO (RAPIDO E QUASI INDOLORE)

Nota: Ricordate di preparare una bella pizza per accompagnare la visione. Serviranno anche 6-7 birre ad alta gradazione per creare l’atmosfera adatta… visti i tempi e considerando il film davvero weird.

VISIONI (S)CONFINANTI (LE PRIME CHE MI VENGONO IN MENTE)

L’occhio nel triangolo (1977, Ken Wiederhorn), Outpost (2008, Steve Barker), Dead snow (2009, Tommy Wirkola), Dead Snow: Red vs. Dead (2014, Tommy Wirkola), Iron sky – saranno nazi vostri (2010, Timo Vuorensola), Ilsa la belva delle SS (1975, Don Edmonds), Salon Kitty (1976, Tinto Brass), Death Ship (1980, Alvin Rakoff), Overlord (2018, Julius Avery).

PIZZA TIME: TUTTI IN ABRUZZO!

La vestale di Satana

La vestale di Satana

Il diavolo è il solo ateo che crede in Dio.

(Fabrizio Caramagna)

TRAILER INTERNAZIONALE

LA VESTALE DI SATANA

TITOLO ORIGINALE: Les Lèvres Rouges

ANNO: 1971
DURATA: 100’
GENERE: erotico, thriller, horror
REGIA: Harry Kümel
SCENEGGIATURA: Pierre Drouot, Harry Kümel
PRODUZIONE: Belgio, Francia, Germania Ovest
CAST PRINCIPALE: Delphine Seyrig, John Karlen, Daniele Ouimet, Paul Esser, Andrea Rau

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Stefan e Valerie sono due giovani sposi che, in attesa del traghetto diretto in Inghilterra, si fermano in un hotel di Ostenda. Quasi contemporaneamente arriva anche l’affascinante e misteriosa contessa Elizabeth Bathory che mostra subito il suo interesse verso la coppia…

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)

La vestale di Satana è un classico del Cinema. Non un classico del Cinema dell’orrore. Un classico e basta. Non che ci sia qualcosa di sbagliato a fregiarsi dell’etichetta di classico de paura, però è meglio essere chiari e ampliare il “campo d’azione”. Già il titolo potrebbe evocare miti e leggende visti e rivisti sul grande schermo. Ma in questo film, diretto dal belga Harry Kümel (già buon direttore della fotografia), c’è di tutto tranne la banalità di alcuni argomenti che il titolo o il nome della contessa possono richiamare alla mente.

Una regia suadente, raffinata e – talune volte – sperimentale, vi guideranno attraverso storia e immagini che, per atmosfera e maestria registica, potrebbero ricordare il più noto L’inquilino del terzo piano di Polanski (del 1976, quindi successivo). La lentezza contemplativa di alcune fasi del film non saranno un problema, ma vi aiuteranno a comprendere che in fin dei conti non si tratta di un semplice esercizio di stile simil autoriale. L’importanza e la valenza de La vestale di Satana saranno chiarissimi dopo una visione attenta. Inoltre, location molto curate, dialoghi perfetti, un cast ridotto all’osso che sembra recitare sotto effetto di un sortilegio completano il quadro (è proprio il caso di scrivere così).

Guardatelo, il film vi conquisterà con il suo fascino oscuro, sensuale e quasi inspiegabile.

VISIONI (S)CONFINANTI + VIDEO BONUS

Un fiocco nero per Deborah (1974, Marcello Andrei), Quella notte in casa Coogan (1971, Lee Madden), Il profumo della signora in nero (1974, Francesco Barilli), South Park – Il film: più grosso, più lungo & tutto intero (1999, Trey Parker)

E poi, prima della pizza, c’è Oliver Reed in un film clamoroso: I diavoli (1971, Ken Russel)

PIZZA TIME: OSPITE SPECIALE DI QUESTA PUNTATA IL SIGNOR CAPUANO CON IL SUO… CANOTTO!

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L’insaziabile

L’insaziabile

Non c’è amore più sincero dell’amore per il cibo.

(George Bernard Shaw)

Natale e i suoi bagordi sono ormai lontani, ma io ho ancora fame di Cinema, Pizza Fritta e qualcos’altro (se guarderete il film lo scoprirete).

TRAILER ITALIANO

L’INSAZIABILE

TITOLO ORIGINALE: Ravenous
ANNO: 1999
DURATA: 100’
GENERE: western, drammatico, thriller
REGIA: Antonia Bird
SOGGETTO: Storia documentata degli Stati Uniti della seconda metà dell’800
SCENEGGIATURA: Ted Griffin
PRODUZIONE: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Repubblica Ceca
CAST PRINCIPALE: Guy Pearce, David Arquette, Robert Carlyle, Stephen Spinella

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Stati Uniti, metà Ottocento. Un giovane soldato, in cattivo stato di salute mentale a seguito della sua partecipazione alla guerra contro il Messico, viene trasferito in uno sperduto avamposto tra le montagne della California. In questo luogo si ritrova insieme ad altri militari e qualche strano personaggio. Una notte, un uomo in fin di vita raggiunge l’avamposto…

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)

Oltre alla nostra fame atavica, qual è il motivo perché vi sto consigliando L’Insaziabile? Eccovi… serviti.

  • I fatti raccontati – attraverso la regia della brava e poco prolifica regista Antonia Bird – sono ispirati da tremendi accadimenti storici documentati. Gli stessi hanno ispirato anche altri film e un musical;
  • Il trittico all stars Guy Pearce, David Arquette, Robert Carlyle funziona benissimo (Pearce, all’epoca, non era ancora molto conosciuto);
  • Se volete vedere un western discorde dal genere, questa è la pellicola che fa per voi. Un film che inizia come un western intimista per poi trasformarsi in qualcosa di diverso, assimilabile ad un thriller avventuroso;
  • Cercando di evitare uno spoiler, anche se il titolo qualcosa fa intendere, le azioni che compiono i protagonisti durante la seconda parte della storia non sono legate solo alla mera sopravvivenza. Una prospettiva, questa, davvero interessante da approfondire;
  • Locations meravigliose;
  • Unica pecca del film è il finale poco curato. Si poteva fare di meglio, ma è un difetto che non inficia il valore complessivo dell’opera;
  • La colonna sonora è curata da, udite udite, Damon Albarn dei Blur insieme a Michael Nyman. Qui di seguito un loro brano per il film.

 

Buon ascolto, buona visione e buon appetito.

UN’ALTRA PELLICOLA A TEMA, DAVVRO IMPERDIBILE (TRAILER INTERNAZIONALE)

Nota: Il film in italiano, al momento, è ancora disponibile su Raiplay.

PIZZA TIME: OSPITE SPECIALE DI QUESTA PUNTATA IL SIGNOR GIALLO ZAFFERANO CON LA SUA PIZZA FRITTA (personalmente consiglio sempre la frittura nella ‘nzogna!)