
La necessità di scegliere il terreno di battaglia
Soprattutto il Covid-19 ha palesato davanti agli occhi di tutti noi la necessità di decidere il nostro terreno di battaglia, quello spazio dove sacrificare persino l’ultima cellula per realizzare idee e progetti in grado di provare a solleticare questa realtà spesso asfittica.
È questo quello che, in particolare modo nelle realtà urbane più dislocate e piccole, manca con una preoccupante frequenza: ovvero la capacità di “abbracciare la nostra croce” e percorrere anche la salite più ardue, che soprattutto in Italia non mancano. In queste due settimane proveremo a raccontare, a descrivere, a disegnare, le esperienze che vorremmo vivere, stilare la ricetta degli ingredienti che vorremmo costituissero i nostri giorni (l’ultima metafora è dettata da una domenica pomeriggio trascorsa nel tentativo di scappare dai miliardi di schifosi programmi televisivi su un’arte raffinata come quella culinaria).
Questo tema ci è stato ispirato dal discorso tenuto del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, il quale durante il funerale di Emanuele Macaluso, storico sindacalista e dirigente del Pci, rivelò che durante una delle tante occasioni di dibattito, l’ex direttore de “l’Unità”, rivolgendosi ai più giovani, affermò quanto fosse necessario che i giovani ricercassero un terreno di battaglia, un campo che troppo spesso non si trova o ci manca e ci priva di moltissime cose, ma soprattutto ci condanna alla sconfitta contro le interminabili lotte che ci troviamo ad affrontare.
Andrea Famiglietti
Antonio Lepore
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