Play to overcome barriers!

Play to overcome barriers!

Il vostro è un mondo di culle che diventano tombe e di tombe che diventano culle; di giorni che divorano notti e di notti che rigurgitano giorni; di pace che dichiara guerra e di guerra che sollecita la pace; di sorrisi galleggianti sulle lacrime e di lacrime rischiarate da sorrisi. Il vostro è un mondo in continuo travaglio, con la Morte come levatrice. Il vostro è un mondo di setacci e di vagli, in cui non ci sono due setacci e due vagli che siano uguali. Voi soffrite costantemente setacciando l’insetacciabile e vagliando l’invagliabile. Il vostro è un mondo diviso contro se stesso, poiché è l’Io in voi ad esser diviso. Il vostro è un mondo di barriere e recinzioni, poiché è l’Io in voi ad avere barriere e recinzioni. Alcune cose, esso preferisce porle fuori dal recinto, perché estranee a se stesso; altre, le pone dentro al recinto, perché ad esso affini. Ma quelle che stanno fuori dal recinto, irrompono continuamente dentro; e quelle che stanno dentro, non fanno altro che uscire. Poiché esse, essendo prole di una stessa madre – che è il vostro stesso Io – non vogliono esser separate. E voi, invece di gioire per la loro felice unione, vi cingete di nuovo nel vano tentativo di separar l’inseparabile. Invece di fasciare la spaccatura che c’è nell’Io, tagliuzzate la vostra vita sperando di ricavarne un cuneo da inserire fra quello che credete essere il vostro Io, e ciò che immaginate diverso da esso. Pertanto, le parole dell’uomo sono immerse nel veleno. Perciò, i suoi giorni sono così ebbri di dolore. Per questo, le sue notti sono così tormentate dalla sofferenza.“ — Mikha’il Nu’ayma

Oltre la frontiera

Oltre la frontiera

Mentre timidamente la pandemia ha iniziato a regredire, i media hanno ricominciato a discutere di frontiera. Nello specifico, prendendo spunto dall’arrivo di migranti sulle spiagge della Sicilia, è stato riproposto il dilemma storico: “Aprire o non aprire?”. Anche noi ci siamo interrogati sul significato di frontiera e ci siamo resi conto che probabilmente ogni giorno, con i nostri occhi, assistiamo all’innalzamento di muri e probabilmente non facciamo neanche chissà cosa per abbatterli.
Ecco, il tema di questa settimana è piuttosto complesso: proveremo a ragionare su cosa sia nella nostra quotidianità una barriera e cosa proviamo fare per abbatterla. Ci siamo resi conto, infatti, che è piuttosto pretenzioso parlare di “frontiera” sul piano nazionale evitando di osservare cosa accade nelle nostre realtà locali. Sarebbe importante mettere in campo azioni e pensieri efficaci al fine di ridurre in macerie le barriere che frapponiamo, magari, tra un quartiere e l’altro. Oppure tra le famiglie appartenenti al ceto borghese e quelle un po’ più umili. Forse, e diciamo forse, iniziano a combattere i muri delle nostre città riusciremo a diventare anche un po’ più accoglienti verso gli altri popoli.
Insomma, non sarà semplice riflettere sulle barriere che viviamo ogni giorno, anche perché in fondo incutono timore, paura, a tratti vigliaccheria. Però ora è il momento del coraggio.