Gli obiettivi che fallirò nel 2022

Gli obiettivi che fallirò nel 2022

Gli obiettivi che fallirò nel 2022:

-Sorridere di più anche quando entro nel tabacchino e mi accorgo che mi mancano cinque centesimi per l’acquisto delle cartine e quella stronza mi invita a ritornare più tardi.

-Comprendere che una birra al tramonto significa che hai fregato Dio ancora una volta.

-Smetterla di dirmi “oh, c’è gente in guerra, bambini che muoiono di fame”. Non è colpa mia se il mondo è ingiusto ed io ho il pieno diritto di lamentarmi se si strappa il laccio della mia scarpa preferita.

-Imparare a dire di no a quei cazzo di ambulanti che vendono calzini. La psicologa mi ha suggerito che a causa del mio essere passivo ho speso oltre cento euro in accendini e calzini. “Capo, una cosa a piacere” e allora ti va bene un cazzotto da femminuccia al centro della faccia?

-Far finta a volte di dimenticare il passato e disperarmi e felicitarmi soltanto per ciò che accade avanti ai miei occhi. Qui ed ora.

-Concedere più tempo alle canzoni e alle persone.

-Non farmi fregare dalle cose e dalle persone che hanno un bel packaging.

-Ritornare a fare sogni impossibili, tipo diventare astronauta, ché nella vita non si può mai sapere. Spesso è di merda, però comunque non si sa mai.

-Staccare il telefono almeno un’ora al giorno. Ed in quell’ora scrivere cartoline, piantare fiori oppure più semplicemente allontanare le ansia delle continue notifiche, dell’ennesima email a cui rispondere, dell’ennesima notizia da commentare perché adesso va di moda avere una cazzo di opinione su tutto e tutti.

-Avere la consapevolezza che non potrò accontentare tutti. Deluderò qualcuno, non farò ciò che qualcuno desiderava, ma ehi, sono sempre io. E vi voglio bene.

-Accarezzarti di più e ogni tanto sussurrarti in qualsiasi orecchio che ce la faremo. E che comunque non hai mai visto me e Batman seduti allo stesso tavolo.

-Ricominciare a fare promesse perché una promessa è tipo Dio che ti concede del tempo per fare il possibile e a volte l’impossibile. E soprattutto per far sorridere a chi vuoi bene.

-Volermi più bene.

-Smetterla di masturbarmi per noia.

 

Play your discomfort!

Play your discomfort!

Play è un progetto corale, di partecipazione che unisce le immagini realizzate da Alessandra Oricchio e i suoni e gli umori raccolti da Francesca Baciarelli tramite amici, conoscenti e passanti.