Note cartonate

Note cartonate

«Come sarebbe il mondo, se potessi scegliere?»
Oggi parliamo del nostro punto di vista inerente al nostro Paese ,sia esso politico o sociale.
L’Italia somiglia ad una canzone che non è perfettamente a tempo, tuttavia riesce comunque ad emozionare le persone.
Vorrei avessimo più tempo da dedicare alle diseguaglianze, quelle vere, quelle oggettive.
Vorrei ci fosse una possibilità per tutti, di potere realizzare i propri sogni e vedere incoronati i propri diritti.
Vorrei fossimo tutti uguali, che sia io di Atripalda o di Milano.
A tal proposito oggi vi propongo un pezzo profondo di Luciano Ligabue, ovvero “Buonanotte all’Italia “.
Il Liga in questo pezzo ci parla del contraddittorio che vive nel nostro Paese da sempre.
La sua sconfinata bellezza viaggia di pari passo con la corruzione, la criminalità e l’emarginazione delle classi sociali meno abbienti; il tutto condito da una mala politica che ci asfissia da anni.
«Buonanotte all’ Italia che si fa o si muore
O si passa la notte a volersela fare»

Note cartonate

Note cartonate

Questa settimana parliamo di tempo, un termine che può essere accompagnato da diversi aggettivi. A volte lo consideriamo affascinante, altre lo troviamo parassitario.
Il tempo è un blues, malinconico e lento. Il tempo è un blues suonato in un locale americano, con luce soffusa e mozziconi di sigarette sparse qua e là, dove i musicisti aspettano, speranzosi, di incontrare un addetto ai lavori che possa cambiare per sempre la loro carriera. Anche oggi, un presente in cui il nostro discografico pronto a cambiare il nostro futuro è la libertà.
La speranza è che il tempo possa divenire nuovamente una sensazione gradevole, un delinearsi ordinario degli eventi e in tal senso, possiamo sperare che il tempo ritorni a somigliare ad un bel pezzo pop con la sua orecchiabilità e la sua linearità capace di renderlo gradevole ai tanti.
Un’orecchiabilità che ci riporta alla mente il pezzo di Max Pezzali “Il mio secondo tempo”, dove l’artista lombardo racconta di una seconda opportunità nella vita, di una rinascita e di un tempo nuovo. Così il tempo si trasforma in un fattore interstiziale, tra il vero ed il mistico.
«Perché io un po’ mi sento come all’inizio dello show
Perché è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
Perché io, spero tanto che sia splendido».

Fili di tutti i colori

Fili di tutti i colori

Da quasi un anno la nostra vita è diventata un pantone e ogni santo giorno abbiamo la possibilità di vestirci del colore che più ci piace, sfoggiando ognuno la sua zona colorata.

C’è chi ,con la zona gialla, è semi quiescente e vive tra l’illusione della normalità ed il “tanto non succede a me”, per poi rendersi conto che la libertà non ha colore ed il fatto di essere etichettati ne è la dimostrazione.

Ci sono poi i signori vestiti di arancione: che bel colore si potrebbe dire, no? In questa zona si vive con i riflettori puntati addosso, sarà per il colore appariscente, sarà che in un attimo ci si ritrova vestiti a festa.

La zona agli onori della cronaca è quella rossa, colore intenso e passionale.

In questo periodo natalizio, avere l’ onore di far parte di questa fascia cromatica, sembra quasi un dono. Questo anno particolare lascerà nel nostro animo e nella nostra psiche segni indelebili ,basti pensare che nel nostro subconscio la parola “non” tende ad essere rimossa, così come accade per i bambini.

A tal proposito, vorrei condividere con voi un pezzo non famosissimo, parlo di “Fili di tutti i colori” di Francesco Tricarico.
Il cantautore milanese, in questo pezzo parla di quanto l’ apparenza possa ingannare, parla di aspettative disattese .

“Ogni giorno che splende il sole io spero sempre che sia migliore, sono entrato in quella stanza, mi hanno dato una scatola di cioccolatini, ma quando l’ ho aperta c’eran dentro dei fili”.A mio parere questa frase è emblematica. Da un anno a questa parte speriamo che questa situazione possa mutare.


Siamo bombardati da notizie l’una discrepante dall’altra e quella famosa scatola di cioccolatini sembra cambiare il proprio contenuto in ogni momento.
“….poi ricordo ho spaccato una vetro, mi hanno presomi han legato”.

Ho sognato dei cioccolatini che stava dentro alla scatola dei fili”.
In questa parte del brano rivedo la frustrazione e la confusione che anche noi viviamo in funzione di ciò che sarà deciso da altri.
Facciamo fatica ad accettare questa condizione, in quanto Paese libero e democratico.


All’improvviso i cioccolatini ,che rappresentano la normalità, li ritroviamo come una stranezza. La scatola dei fili, diventa invece la normalità. Oggi tutto è il contrario di tutto, ma quella scatola di cioccolatini io la conservo e quando sarò sicuro di non ritrovarci fili di tutti i colori, la aprirò, magari indossando un vestito che non sia rosso.