
Storia degli Europei: Urss e Spagna pioniere
Lo scoramento per la realtà surreale vissuta nell’ultimo anno ha, almeno per quanto concerne il sottoscritto, spento l’interesse per la stagione calcistica in corso. Stadi vuoti, scenari surreali, un gioco sempre più opinabile sotto diversi aspetti. L’orizzonte, però, scalda il cuore, nonostante tutto: cum magno gaudeo attendiamo i campionati europei, primo vero banco di prova per la entusiasmante nazionale di Mancini.
Con la mente e con il cuore ho provato a rispolverare i ricordi, passando in rassegna vecchi almanacchi commentando le edizioni più belle di una manifestazione affascinante, un altro luogo di incontro tra storia, sport e politica, evento nato nel miraggio di un continente desideroso di unirsi sotto la bandiera della concordia, a dispetto del terribile ricordo della Guerra. Rinfreschiamoci un po’ la memoria, rammentando le prime due edizioni:
Nel 1960 la UEFA decide di organizzare il torneo da tenersi proprio in Francia, sede dell’organizzazione. Il Presidente Henri Delaunay si fa promotore dell’evento alla cui fase finale, dopo un blando turno eliminatorio, accedono soltanto quattro squadre dislocate nelle sedi di Parigi e Marsiglia. È un torneo dai caratteri sperimentali, ancora embrionale, in cui le squadre dei Paesi dell’oltre-cortina di ferro fanno da padrone.
Trionferà l’Unione Sovietica, una squadra simbolo con una maglia storica, rossa rivoluzionaria, marchiata dall’iconico acronimo CCCP. Dopo aver vinto a tavolino contro la Spagna franchista (rifiutatasi di partire per Mosca per motivi strettamente ideologici) e contro la “satellite” Cecoslovacchia, in finale viene sconfitta la “sorella” Jugoslavia per 2-1 in un incontro/scontro che avrebbe pienamente soddisfatto le manie di rivalsa del compagno Stalin nei confronti del rivale Tito. Lev Jaščin ed Igor Netto sollevano la bellissima coppa dal colore argento al cielo di Parigi mostrando al mondo il valore competitivo di un Paese in crescita, nel pieno di un’epoca foriera di grandi cambiamenti sociali al suo interno: i voli plastici del “ragno nero”, unico portiere a detenere il pallone d’oro, saranno seguiti dal volo più famoso della storia, quello del cosmonauta Jurij Gagarin che circumnaviga il pianeta aprendo scenari tecnologici inimmaginabili. L’Urss è in piena ascesa, lancia la sua sfida al mondo intero, politico e non
Grandi attese, a volte, tradite: il bis venne fallito nell’edizione successiva del 1964, vinta dai padroni di casa della Spagna. Il torneo, la cui fase finale si disputò nelle sedi di Barcellona e Madrid, seguì la stessa identica formula della prima edizione. L’Urss campione in carica dei vari Jaščin, Ponedel’nik ed Ivanov, dopo aver eliminato l’Italia nelle fasi eliminatorie (esordio per gli azzurri nella competizione, 2-0 a Mosca, 1-1 a Roma), cede in finale alla Spagna di Marcelino, Pereda, Luisito Suarez e Ferran Olivella che trionfa nella finale di Madrid battendo i nemici politici di fronte a Franco e al Re, sulle tribune del Bernabeu. Per vincere ancora le Furie Rosse dovranno attendere i vari Xavi, Iniesta, Casillas e Puyol per ben 44 anni…
Il campionato europeo di calcio è ancora lontano dalla messa a punto di una formula complessa come quella odierna, ma nelle sue due prime edizioni ha già regalato partite spettacolari, suscitando largo interesse e una speranza per il futuro. La prossima edizione la si giocherà a Roma, la nazionale italiana non si farà trovare impreparata.
Ma questo ed altro…nella prossima puntata!
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