La cartolina

La cartolina

Il mare mangia
La terra copre
Tutto può essere nascosto
E dimenticato
Dagli ignavi
Per anni essi devastano
Sotterrano
Rubano il futuro del mondo
Dell’ambiente
E dell’uomo
Modificano il corso della storia
Bruciano la vita
L’eternit è solo un rifiuto
Il cuore di una montagna è solo un luogo fisico
Per gli ignavi non esistono termini corretti
Gli ignavi parlano con il loro linguaggio
E dalla loro loro bocca esce solo puzzo di marcio
La loro saliva sa solo di eternit
“Futuro tossico”
Irpinia, 2021

La Terra 1000 anni dopo : Nausicaä della Valle del Vento

La Terra 1000 anni dopo : Nausicaä della Valle del Vento

La prima volta che ho visto Nausicaä della Valle del Vento del maestro Hayao Miyazaki è stato al cinema nel 2015, quando è stato riproposto con un nuovo doppiaggio al pubblico italiano. Il primo incontro con le opere dello Studio Ghibli è stato un colpo di fulmine, amore a prima vista; i disegni, i colori e i dialoghi ti trascinano in storie fantastiche di cui non puoi fare a meno. Ma il genio di Miyazaki non si limita a questo, riesce a ricostruire intere storie per adattarle ad un pubblico che va dal più piccolo fino al più anziano, prodotti per tutti e che tutti in un modo in un altro hanno piacere a consumare. Dietro ogni storia è possibile trovare un insegnamento e visioni di mondi che riempiranno la nostra vita nel migliore dei modi

Il Mar Marcio
La civiltà umana è crollata mille anni prima dell’inizio della storia e lo sviluppo tecnologico ha portato alla creazione dei Soldati Titani, armi di distruzione di massa che hanno portato alla fine delle società. Dal declino della società la Terra ha ereditato un mare imputridito, una foresta fungina esalante miasmi venefici chiamata dai superstiti Mar Marcio.
Questo ecosistema venefico è proibitivo per gli essere umani, fintanto che non indossino una maschera per evitare di respirare l’aria inquinata prodotta della spore presenti. Ma allo stesso tempo il Mar Marcio contiene una fauna e una flora necessarie per la sopravvivenza degli umani. La protagonista della storia è la principessa Nausicaä del regno la Valle del Vento ed è anche l’esploratrice che si occupa di individuare nelle foreste le risorse necessarie per il suo villaggio.
Ma la società mondiale è crollata solo per la diffusione del Mar Marcio? No, lo sviluppo tecnologico aveva portato alla creazione di robot biologici alimentati da energia nucleare. Impazziti e acceccati da una furia distruttrice i soldati titani sono stati i protagonisti del cataclisma i sette giorni di fuoco e che furono gli ultimi giorni di una società umana super tecnologica.
Il Mar Marcio è l’eredità di questa guerra termonucleare ed è la minaccia costante per i sopravvissuti, in una costante e continua espansione tanto che porta le maggiori nazioni del film animato a combattere una guerra per la sopravvivenza

Le tre nazioni
Tutta la storia si svolge tra il regno della Valle del Vento e il Mar Marcio con il coivolgimento delle nazioni di Pejitei e Tolmekia, le quali vivono un conflitto per ottenere il controllo dell’ultimo soldato titano dormiente. Ed è proprio questo conflitto, nonostante la minaccia ambientale coinvolga tutti, ad essere la causa scatenante dell’avventura di Nausicaa.
Ma il conflitto che vede coinvolte le due nazioni a discapito della pacifica Valle è in realtà la continua ricerca dell’essere umano di accumulare sempre più risorse a discapito della natura e della Terra, ottenere sempre più potere. L’ultimo soldato titano rappresenta anche un ricordo tecnologico antico che le nazioni di Pejitei e Tolmekia vogliono controllare per due motivi : sopraffare la nazione avversaria e iniziare a combattere l’espansione del Mar Marcio. La tecnologia antica continua ad essere vista come l’unico mezzo per controbbattere l’avanzare della natura, che cerca di prendere il controllo del pianeta dopo che le varie società umane l’hanno depredata di ogni risorsa possibile.
La Valle del Vento a differenza delle altre due nazioni, è pacifica e vive in una sorta di comunione con la natura. Gli abitanti sono abituati a leggere il vento e a capire cosa sta per avvenire attraverso di esso, sono pacifici e sono ben lontani dagli orrori della guerra e dall’espansione del Mar Marcio.
Vivono in un piccolo villaggio, circondati dal verde e da una situazione ambientale diversa da quella che imperversa nel resto del mondo ma come ogni altra società è vigile sull’espansione dell’ecosistema venefico, bruciando qualsiasi presenza di spore nei loro campi o nelle foreste.
La caratteristica di questo regno non è solo l’ambiente curato e rispettato ma anche di essere l’unico luogo dove esistono delle tradizioni tramandate e vive la leggenda di un eroe/predestinato che porterà la razza umana in una nuova epoca d’oro e in pace con la natura.

Gli Ohmu
Nell’ecosistema del Mar Marcio è possibile incontrare una fauna ed una flora particolare, mutate nel tempo dai miasmi velenosi. Principale attenzione va diretta agli Ohmu, mastodontici invertebrati dall’indole docile ma che entrano in un stato di ira funesta se qualsiasi insetto viene ucciso nei loro paraggi. Questo tipo di uccisioni provocano negli Ohum una carica inarrestabile che possono portare alla distruzione di interi insediamenti, disperdendo le spore che si posano sui loro corpi e diffondendo sempre più il Mar Marcio e rendendo la zona impossibile da abitare dagli esseri umani.
Il primo incontro che abbiamo con questo insetto è nella foresta del Mar Marcio, dove Nausicaa cercava materiale utile per il villaggio. La protagonista mostra come l’esoscheletro degli Ohum sia dura e di come siano rari i materiali che si possono estrarre da queste creature protettrici della natura.
Gli Ohmu inizialmente erano stati creati come purificatori per ridurre l’inquinamento atmosferico, ora sono considerati come il veicolo principale con cui il miasma venefico si espande sulla superfice terrestre ed essendo creature dalle dimensioni titaniche sono viste come delle creature pericolose per l’essere umano. Gli Ohmu possono essere considerati il cerchio della vita, attraverso cui inquinamento e natura si sviluppano e contrappongono.

Curiosità su Nausicaa
Per chi come me ha una passione per la saga videoludica Final Fantasy, forse non sa che l’autore della saga Hironobu Sakaguchi si è ispirato all’opera di Miyazaki per la creazione del gioco; in particolare le cavalcature che si vedono nel film hanno dato l’ispirazione per i chocobo. Oltre alle tematiche ambientaliste affrontate in alcuni episodi di Final Fantasy.

L’ambiente ricambia il favore

L’ambiente ricambia il favore

Cara Fabiana,

hai presente i buoni propositi di cui ti parlavo nella lettera precedente? Beh, oggi sono andata a correre al parco vicino casa e devo dire che è stato davvero rigenerante.

Fare sport fa bene, lo sappiamo, lo abbiamo sempre fatto anche a Napoli. Una cosa, però, è andare in palestra, in un ambiente chiuso a seguire dei corsi, altro è correre o camminare in un parco.

Se c’è una cosa che apprezzo molto di Parma è il suo un polmone verde. Ovunque si volga lo sguardo ci sono parchi, alberi, laghetti e, cosa più importante, da parte dei cittadini c’è un grande rispetto per l’ambiente.

Certo, il deficiente di turno che non ci pensa due volte prima di gettare una carta a terra non manca mai, ma in generale qui risulta molto chiaro il concetto “l’ambiente è un bene prezioso”.

Che poi l’ambiente, in questo caso la natura, ricambia anche il favore. Ormai è un anno che sono in questa città e ho riscoperto un contatto con la natura che avevo dimenticato, di cui avevo un remoto ricordo infantile, quando nel cortile di casa cercavo di costruire un riparo alle formiche o andavo alla ricerca di nidi.

 Nulla, però, a confronto della situazione attuale. Ho la fortuna di avere un giardino e, credimi, passarci del tempo a sistemarlo è faticoso, ma anche così terapeutico e istruttivo.

 Impegnarsi nella cura dell’ambiente comporta una conoscenza dello stesso. In questi mesi mi sono imbattuta in innumerevoli specie di piante e fiori, ho visto un numero imprecisato di insetti e uccelli, molti dei quali mai incontrati prima. Ho imparato che l’edera cresce e si impossessa di tutto come se non ci fosse un domani, che è bene spazzare le foglie secche e tagliare il prato almeno una volta alla settimana onde evitare un lavoraccio e che non c’è fine al numero di coccinelle e lumache che puoi trovare un po’ ovunque.

Tutto questo è divertente, come lo è recuperare un’altra abitudine della nostra infanzia: l’andare in bici. La bicicletta è il mezzo principale per gli spostamenti qui a Parma e, quindi, un altro strumento di attuazione del rispetto dell’ambiente. Certo, non è che qui si sia esenti da inquinamento atmosferico, ma scegliere di raggiungere il lavoro, la scuola, il negozio preferito o gli amici su due ruote ha un peso importante. Sia per se stessi, in quanto si è praticamente sempre in movimento, sia per l’ambiente perché si rinuncia ai gas nocivi emessi dalle autovetture e, altro problema sottovalutato, all’inquinamento acustico.

Credo di avertene parlato già in qualche altra lettera, ma una delle ricchezze più grandi di questa città è il silenzio. Anche in pieno centro, nella zona più turistica e affollata, si riesce a percepire il silenzio, merito di un profondo senso civico e, appunto, di un prediligere un mezzo di trasporto sostenibile.

Che dire, uno dei motivi principali per cui sono andata via da Napoli era il suo essere terribilmente caotica e, ahimè, poco predisposta, anche a livello strutturale, per l’attuazione di stili di vita sostenibili. Da questo punto di vista, posso dirmi soddisfatta della mia scelta.

Da quando sono a Parma sento, inoltre, di contribuire nel mio piccolo alla salvaguardia dell’ambiente molto più di prima. Una soddisfazione che, però, è facile oscurare in un attimo, accendendo la tv. Proprio ieri al telegiornale, tra le notizie principali, quella di un’Italia martoriata al nord dalle esondazioni dei fiumi a causa del cattivo tempo e al sud dagli incendi alimentati dai forti venti. Per non parlare delle notizie, sempre all’ordine del giorno, sullo scioglimento dei ghiacciai, sull’estinzione di qualche specie animale, sull’inquinamento delle falde acquifere, insomma più ingenerale sulla distruzione dell’ambiente.

Mi piacerebbe poter affermare che se tutte le città con i proprio abitanti adottassero dei comportamenti virtuosi si potrebbe fermare questa distruzione, ma non credo sia più possibile. Forse un tempo, quando i margini di recupero erano ben altri, ora, però, il discorso è molto più ampio, riguarda le multinazionali, le grandi potenze globali, a cui spetta il dovere di rimediare a un danno creato dall’uomo stesso. E comunque, anche se ciò avvenisse in maniera repentina e decisiva, credo purtroppo che il recupero totale del nostro patrimonio ambientale sia praticamente impossibile. Bisogna, quindi, sperare in un recupero parziale, sempre che chi di dovere si decida una volta per tutte a mettere da parte le proprie smanie di potere, la propria avarizia.

Ciò non vuol dire che ognuno di noi debba abbandonare le proprie buone abitudini. L’ambiente si ribella in modo catastrofico e genera morte di fronte a un’indifferenza globale, ma, ti assicuro, che se nel tuo piccolo farai qualcosa per l’ambiente, l’ambiente nel suo piccolo ti donerà qualcosa in cambio.