ANNO: 1971 DURATA: 100’ GENERE: erotico, thriller, horror REGIA: Harry Kümel SCENEGGIATURA: Pierre Drouot, Harry Kümel PRODUZIONE: Belgio, Francia, Germania Ovest CAST PRINCIPALE: Delphine Seyrig, John Karlen, Daniele Ouimet, Paul Esser, Andrea Rau
TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)
Stefan e Valerie sono due giovani sposi che, in attesa del traghetto diretto in Inghilterra, si fermano in un hotel di Ostenda. Quasi contemporaneamente arriva anche l’affascinante e misteriosa contessa Elizabeth Bathory che mostra subito il suo interesse verso la coppia…
APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)
La vestale di Satana è un classico del Cinema. Non un classico del Cinema dell’orrore. Un classico e basta. Non che ci sia qualcosa di sbagliato a fregiarsi dell’etichetta di classico de paura, però è meglio essere chiari e ampliare il “campo d’azione”. Già il titolo potrebbe evocare miti e leggende visti e rivisti sul grande schermo. Ma in questo film, diretto dal belga Harry Kümel (già buon direttore della fotografia), c’è di tutto tranne la banalità di alcuni argomenti che il titolo o il nome della contessa possono richiamare alla mente.
Una regia suadente, raffinata e – talune volte – sperimentale, vi guideranno attraverso storia e immagini che, per atmosfera e maestria registica, potrebbero ricordare il più noto L’inquilino del terzo piano di Polanski (del 1976, quindi successivo). La lentezza contemplativa di alcune fasi del film non saranno un problema, ma vi aiuteranno a comprendere che in fin dei conti non si tratta di un semplice esercizio di stile simil autoriale. L’importanza e la valenza de La vestale di Satana saranno chiarissimi dopo una visione attenta. Inoltre, location molto curate, dialoghi perfetti, un cast ridotto all’osso che sembra recitare sotto effetto di un sortilegio completano il quadro (è proprio il caso di scrivere così).
Guardatelo, il film vi conquisterà con il suo fascino oscuro, sensuale e quasi inspiegabile.
VISIONI (S)CONFINANTI + VIDEO BONUS
Un fiocco nero per Deborah (1974, Marcello Andrei), Quella notte in casa Coogan (1971, Lee Madden), Il profumo della signora in nero (1974, Francesco Barilli), South Park – Il film: più grosso, più lungo & tutto intero (1999, Trey Parker)
E poi, prima della pizza, c’è Oliver Reed in un film clamoroso: I diavoli (1971, Ken Russel)
PIZZA TIME: OSPITE SPECIALE DI QUESTA PUNTATA IL SIGNOR CAPUANO CON IL SUO… CANOTTO!
L’infanzia è credere che con un albero di Natale e tre fiocchi di neve tutta la terra viene cambiata.
(André Laurendeau)
Me sento come l’ovo de Pasqua sotto l’arbero de Natale. Strano!
(Oscar ‘er cipolla’ da Vacanze di Natale2000, regia di Carlo Vanzina)
KRAMPUS – NATALE NON È SEMPRE NATALE
TITOLO ORIGINALE: Krampus ANNO: 2015 DURATA: 96 minuti GENERE: commedia horror REGIA: Michael Dougherty SCENEGGIATURA: Michael Dougherty PRODUZIONE: Stati Uniti d’America CAST PRINCIPALE: Emjay Anthony, Adam Scott, Toni Collette, Allison Tolman, David Koechner
TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)
Natale. Il giovane Max, deluso dal comportamento della sua famiglia, volta le spalle alla festività tanto attesa. Dalla successiva assenza di un qualsiasi tipo di spirito natalizio non scaturirà nulla di buono e allegro, tutt’altro… Riuscirà la sua famiglia a sopravvivere alla “vendetta del Natale”?
APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)
E come recita uno spot simpatico come uno scorpione vivo in tasca: “A Natale puoi…”
…voltare le spalle a Rete 4 e al suoUna poltrona per due e investire tuo tempo nella visione di qualcosa di diverso, un film dove le palle dell’albero sono di un bel rosso rubino, rosso sangue. E magari ci scappa anche qualche risata in attesa di un finale davvero d’impatto. Quindi, alla fine, non distraetevi.
Mentre vi scrivo Krampus è presente nel bouquet Netflix. Per tutti voi, ricchi possidenti di piattaforme di streaming, sarà un gioco da ragazzi passare un’ora e mezza in compagnia di un Babbo Natale leggermente diverso.
IL TRAILER ITALIANO
ALTRE PELLICOLE QUASI A TEMA
La prima che mi viene in mente è un classico thriller del 1974 diretto da Bob Clark. E visto che l’aria natalizia si fa sentire vi regalo il film completo.
Per qualcosa di più moderno vi consiglio questa meraviglia del 2010: Trasporto eccezionale – Un racconto di Natale (Rare Exports). Cercatelo, non sarà complicato trovarlo in italiano, è un vero spasso.
PIZZA A NATALE PER CREDERE, CONDIRE E MAGIARE ALLA FACCIA DI BABBO NATALE E DEL KRAMPUS. AUGURI
Ci sono pochissimi mostri che meritano la paura che ne abbiamo.
[Il est bien peu de monstres qui méritent la peur que nous en avons].
André Gide
– Ma teee… perché quest’estate non andiamo in Scozia? Pensa il lago di Lochness, vanno tutti lì per vedere il mostro.
– Sì, ma perché ce lo devo portare io!
Stefano Bellani
S.O.S. I MOSTRI UCCIDONO ANCORA
TITOLO ORIGINALE:Island of terror ANNO: 1966 DURATA: 88’ versione originale, 76’ versione italiana GENERE: fantascienza REGIA: Terence Fisher SOGGETTO: Edward Mann e Al Ramsen SCENEGGIATURA: Edward Mann e Al Ramsen PRODUZIONE: Regno Unito CAST PRINCIPALE: Peter Cushing, Edward Judd, Carole Gray. Eddie Byrne, Sam Kydd, Shay Gorman.
Possiamo iniziare e, volendo, terminare direttamente con questo link che vi rimanderà alla versione integrale del film in italiano con i sottotitoli solo per gli otto minuti non presenti nella versione italiana.
Potrete guardare S.O.S. I mostri uccidono ancora senza leggere approfondimenti o note, semplicemente per la curiosità di farlo senza pensieri precostituiti, con l’unica certezza che con il cinema di genere – di solito – l’intrattenimento in un modo o nell’altro sarà assicurato, al motto di basso budget/alto divertimento.
Per i più audaci, dopo questa sezione proseguirò con l’abituale schema impazzito dei miei articoli (poco nascosto tra le righe troverete un mio “super” consiglio) e finalmente, in calce, con la solita pizza.
TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)
Isola irlandese di Petrie, abitanti e animali iniziano a morire in circostanze misteriose. Giunti sul luogo per investigare, il dottor Brian Stanley (Peter Cushing) e il dottor David West (Edward Judd) faranno una macabra e terrificante scoperta…
APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)
S.O.S. I mostri uccidonoancora fa parte di un sotto filone fantascientifico (a volte a tinte horror) legato alle isole, quasi sempre piccole, inospitali e da cui difficilmente si può fuggire. Chi di noi non avrebbe paura nel restare isolato in un ambiente ostile, misterioso… circondato solo dall’acqua? Non vi nascondo che sono davvero molto affezionato a questo film, ogni tanto lo rivedo e tutte le volte ne resto sempre affascinato.
La pellicola viene diretta dal leggendario regista che ha reso celebre la Hammer Film Productions, Terence Fisher (Dracula il vampiro, 1958), questa volta affiancato da una produzione differente da quella citata. Il budget è risicato, ma qual è la novità per prodotti del genere? In fin dei conti basterà evitare di giudicare qualche dialogo naif e l’uso della gommapiuma per gli effetti. Tutto il resto ha una resa ottimale, iniziando dalle atmosfere in cui c’è un crescente senso di inquietudine, passando per il finale ad alta tensione, per terminare con la solita magnifica prestazione del nostro amato Peter Cushing. In poche parole, un film fantascientifico con tutti i crismi, un classico del genere, inserito in un particolare momento storico del Cinema inglese dei Sessanta.
Nota per i collezionisti: il film è stato rimasterizzato dall’originale in 35mm in un magnifico formato blu-ray, ma anche la versione italiana in dvd non è male. Collezionista avvisato…
ALTRE PELLICOLE, QUELLE CON UN PO’ MENO VISIBILITÀ, AMBIENTATE SU UN’ISOLA
L’isola (2006, Pavel Lungin), L’isola misteriosa (1929, Benjamin Christensen, Lucien Hubbard e Maurice Tourneur), Dinosaurus! (1960, Irvin Yeaworth), Doomwatch – I mostri del 2001 (1972, Peter Sasdy), Il mistero dell’isola dei gabbiani (1966, Freddie Francis), Demoni di fuoco (1967, Terence Fisher), Le dee della scogliera del pescecane (1958, Roger Corman), The lighthouse (2019, Robert Egger), Il continente scomparso (1951, Sam Newfield).
…e poi c’è questo FILM INCREDIBILECHE TUTTI GLI APPASSIONATI, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA, DOVREBBERO VEDERE (ma solo nella versione non censurata): THE WICKER MAN (1973, Robin Hardy). Perché se vi è piaciuto Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019, Ari Aster), troverete il film di Hardy ancora più interessante, non fosse altro perché il film del 2019 ha tratto più di uno spunto da The Wicker Man.
IL TRAILER ORIGINALE (PER CONVINCERVI)
PIZZA TIME: E VOI, SAPETE IMPASTARE?
Non essendo così sicuro delle vostre capacità in cucina, vi lascio a un tutorial (per principianti) su come creare l’impasto perfetto per le vostre pizze fatte in casa. Perché se la vostra pizza non avrà la giusta consistenza, con cosa accompagnerete la visione del film oltre che con qualche birra? Le patatine non bastano, credetemi!
L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vorrebbe far l’angelo far la bestia.
Blaise Pascal
I crimini, come le virtù, sono le ricompense a sé stessi.
George Farquhar
Bentornati tra le righe della versione estiva della mia rubrica Cinema-off e pizza.
Quindi: poche chiacchiere, zero pizza e un bel link per poter vedere il film completo su YouTube. In questa occasione vi consiglio una visione notturna, niente smartphone unto dalla crema solare mentre sarete in spiaggia sotto al sole.
Non vi nascondo il compiacimento che provo nello stuzzicare la fantasia dei più curiosi tra di voi consigliando il lungometraggio di questa settimana.
Siamo nel 1982, mentre l’Italia vince la terza Coppa del Mondo di calcio il Regno Unito, non potendosi cimentare in modo adeguato in questa competizione (come al solito), licenzia Le due facce del male (Brimstone and Treacle, diretto da Richard Loncraine). Si tratta di un dramma/thriller, adattamento per il grande schermo di uno sceneggiato della BBC del 1976 e trasmesso unicamente sui piccoli schermi della ‘perfida Albione’ nel… 1987, perché il contenuto scabroso della storia ne bloccò la messa in onda a pochi giorni dalla data della prima.
Potrei anche fermarmi qui nella descrizione, ma come potrei omettere che il protagonista del film, perfettamente nella parte, è Sting. Sì, proprio il cantante e bassista ex-Police che negli ultimi tempi si è cimentato in alcuni duetti canori davvero orribili. Ascoltate quello con Zucchero e avrete dei sogni tremendi di notte.
In campo cinematografico, invece, Le due facce del male vi regalerà ben altri tipi di brividi legati soprattutto al confondersi dell’angelico con il demoniaco.
Ed ecco a voi qualche parola chiave inerente a questa visione complicata da catalogare: onirica, surreale, grottesca, originale, imperfetta, bizzarra, cult, teatrale, allegorica e deviata.
Trama: in una Londra sinistra e decadente una coppia di mezza età accudisce la giovane figlia, che si trova in stato semi-catatonico in seguito ad un gravissimo incidente stradale. Un giorno, a messa, la coppia si imbatte in un giovane corista che si presenta come un amico della loro figlia e mostra un sincero interesse per la sua condizione fisica. Divenuti amici, i tre si incontreranno sempre più spesso a casa della coppia, che a questo caritatevole ragazzo lascerà gestire la tortuosa convalescenza della giovane. Ma l’ospite mostrerà ben presto il suo lato oscuro… (da Hoepli.it – Descrizione DVD)
Curiosità: la colonna sonora del film ha ricevuto un meritatissimo Grammy Award come Best Rock Instrumental Performance e contiene brani di Sting, The Police, Go-Go’s e Squeeze
Nel ricordarvi che non sono accettati reclami o “rimborsi” e che il film contiene almeno un paio di scene davvero forti, vi auguro una buona visione.
In questi giorni, più o meno, il buon Andrea mi scriveva e chiedeva se mi sarebbe piaciuto collaborare con lui e scrivere qui su Scarpescioute. Oggi ad un anno di distanza dall’inizio di quest’avventura mi trovo a raccontare insieme a tutticome vediamo il mondo, ognuno con il proprio unico stile dato dalle singole esperienze. L’estate a pensarci bene per me è quasi sempre stata la stagione del cambiamento; l’anno scorso prendevo la decisione di trasferirmi a Milano per lavoro e iniziare una nuova esperienza. Ma non è stato né il primo né l’ultimo cambiamento, fin da bambino questa calda stagione mi ha portato nuove esperienze. AL DI LÀ DELLE NEBBIE
“Questo luogo, il Maniero Picotte, è una pensione. È la pensione della Valle della Nebbia, da generazioni a generazioni. Perciò, qui il pane te lo devi guadagnare. E’ quel che si definisce “costo della vita” La protagonista del romanzo di Sachiko Kashiwaba “La città incantata al di là delle nebbie” è Rina, una bambina delle elementari. La storia inizia con la piccola protagonista ferma ad una fermata, dopo aver accettato la proposta del padre di cambiare luogo delle vacanze estive; da quel momento la vita Rina si troverà ad affrontare nuove esperienze. Alla fine della scuola con l’arrivo dell’estate mi sono sempre ritrovato a fare nuove esperienze e la maggior parte di esse le ho sempre condivise con mio padre, dalle prime cadute dalla bicicletta a visitare posti nuovi! Oggi quando ripenso a quei momenti, sorrido perché in fin dei conti l’estate non significava solo la fine della scuola per tre mesi ma anche uscire da quegli spazi che ci davano una routine quasi obbligatoria e sentirci in qualche modo liberi; a distanza di anni crescendo le cose sono cambiate, il tempo è cambiato e anche il rapporto con l’estate. La piccola Rina nel libro si ritrova ad affrontare le nuove esperienze senza il supporto della sua famiglia e inizia a comprendere come si vive al di fuori del nucleo familiare, esperienze che variano da persona a persona al di fuori del romanzo. Anche se con una sostanziale differenza di età dalla giovane Rina, l’anno scorso ho avuto l’occasione di rivoluzionare la mia routine e di affrontare una nuova sfida lontano da casa; ad un anno di distanza, oltre ad aver iniziato a scrivere su queste pagine mi ritrovo a Milano con nuove sfide e nuove emozioni che mi cambiano piano piano e questo avviene sempre nella stagione più calda, l’estate.
CONCLUSIONI Hayao Miyazaki nel 2001 fece uscire nelle sale cinematografiche quel capolavoro tratto dal romanzo di Kashiwaba, “La città incantata” e che gli valse l’oscar come Miglior film d’animazione. Il film si discosta leggermente dal romanzo per alcune cose, per esempio la presenza dei genitori. Nonostante le piccole differenze presenti, il film lascia intatto il tema che Kashiwaba propone e la piccola Chihiro (il nome della protagonista del film) si ritrova ad affrontare gli stessi cambiamenti che Rina vive all’interno del romanzo e che le permetteranno di uscire dal nucleo familiare ed entrambe inizieranno un percorso che le porterà piano piano nel mondo degli adulti, dove l’estate diventerà un’esperienza diversa.
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