Vi promettiamo che ognuno di voi potrà vivere una vita dignitosa

Vi promettiamo che ognuno di voi potrà vivere una vita dignitosa

In auto con il finestrino a metà penso a quanta serenità mi restituirebbe vivere in un Paese diverso da te. E non è colpa tua se desidero essere altrove. Tu sei sempre bellissima, soprattutto nei tuoi angoli più nascosti, lì dove un anziano custodisce la chiesa più meravigliosa come l’ultimo cimelio ancora in piedi su questo mondo cattivo.

E lo so che abbiamo riso assieme, quando rischiavo di affogare nel tuo mare blu Modugno ed il tramonto era storpiato dall’abusivismo edilizio. Ma non era colpa tua: noi uomini siamo ritornati bestie. E sai, a volte in me viveva la consapevolezza che in te c’era qualcosa di Dio: una bellezza a cui non credi ma che ti aiuta a sperare che tutto sia possibile, anche Fedez che assurge a nuovo paladino contro la censura del libero pensiero. Sulla Rai, in mezzo a mille sindacati che se ne fottono di un padre di famiglia che ieri in lacrime mi ha chiesto un euro. Si, anch’io mi sto facendo trasportare dal qualunquismo, ma sai, ho perso qualsiasi ideale.

Forse l’ultima goccia che ha fatto traboccare la mia ultima resistenza è caduta quando ho accompagnato l’ennesimo amico in aeroporto. Piangeva, ma dopo qualche mese rideva di gusto perché viveva finalmente una vita dignitosa (sti cazzi se la pasta è sempre scotta oltre le Alpi). E ora che si parla di un nuovo inizio, vorrei che oltre ogni incentivo e investimento, quegli stronzi che abbiamo votato facessero una promessa: vi promettiamo, pena il nostro esilio, che ognuno di voi potrà vivere con dignità. Forse da lì potrà riscoccare il mio amore per te.

Il futuro del Paese nelle mani dei vecchi “resilienti”: ed i “ggiovani”?

Il futuro del Paese nelle mani dei vecchi “resilienti”: ed i “ggiovani”?

Se c’è un termine che incominciamo ad avere sui coglioni è “resilienza”. Al di là di questa osservazione – che ai più può sembrare superficiale – in queste settimane il premier Mario Draghi ha presentato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che avrà l’onore e l’onere di supportare il Paese nel superamento della grave crisi sociale ed economica innescata dalla pandemia.

Considerato che si tratta del nostro futuro, e soprattutto del nostro presente, noi scarpesciuote ci siamo chiesti cosa dovrebbe includere questo “libro dei sogni”, così come denominato dall’opposizione (?). Sì, gli investimenti, la digitalizzazione, la svolta “green”, ma poi? Tra queste migliaia di promesse si intravede finalmente una visione di Paese? Oppure si tratta del solito assistenzialismo italico? E quello che afferma il presidentissimo De Luca, ovvero che il Sud rischia di beneficiare di meno risorse rispetto al Nord, corrisponde a verità?

Insomma, per una volta saremo noi “ggiovani” ad indicare le nostre priorità, a disegnare il Paese in cui vorremmo vivere, scopare e lavorare. Del resto, visto che non siamo stati interpellati in nessun modo, non ci resta che portare avanti questi esercizi di pura fantasia.

Andrea Famiglietti

Antonio Lepore