da Fabiana Carcatella | Feb 11, 2022 | La raccomandata
L’unica sicurezza nella vita è che nulla è sicuro. Sembra una frase fatta, forse lo è, ma, ad ogni modo, resta una delle poche verità che un essere umano può avere nella vita. E questo non l’ho letto sui libri di scuola, ma me lo hanno insegnato le esperienze.
Qualsiasi sia la nostra condizione attuale, dalla più stabile possibile a quella più precaria, non c’è nulla, e dico nulla, che ci possa assicurare la continuità di questo stato.
La sicurezza della permanenza non esiste. Non è possibile conoscere la data di scadenza di tutto ciò che in questo momento compone il nostro presente. Compresi noi stessi. Potrebbe esserci, come no.
La sicurezza è un po’ come la speranza di cui vi parlavo qualche articolo fa. Delle gran belle parole, inventate per cercare di rendere meno percepibile la precarietà dell’esistenza umana. Qualche zolletta di zucchero in un caffè amaro.
La domanda è: perché? Forse il tutto è riconducibile ad una natura umana protettiva o forse autodistruttiva. Voi come lo chiamereste un uomo che dall’alba dei tempi ad oggi ha impiegato gran parte delle sue energie a cercare di trasmettere, a ribadire, il concetto che il mondo è nelle sue mani? Un’idea di invincibilità che, se tiriamo le somme, ci ha di gran lungo fottuto.
La sicurezza di una predisposizione innata a governare la natura e le cose che ci circondano ci ha condotto senza dubbio a sbagliare, più e più volte. Le conseguenze? A livello macro, per dirne una, il mondo si sta sgretolando tra le nostre mani. A livello micro, individuale, l’incoscienza che ci accompagna ci impedisce di assaporare il presente. Nonostante qualche zolletta di zucchero.
Eppure le esperienze ci parlano. Tutti, almeno una volta nella vita, aprendo una porta, non abbiamo trovato quello che ci aspettavamo. Tutti abbiamo subito un lutto, una sconfitta inaspettata, un dolore. L’imprevedibilità è all’ordine del giorno, non la sicurezza. Continuiamo, però, a comportarci come se valesse il contrario e questo è il paradosso più grande che io conosca.
da Andrea Famiglietti | Ott 27, 2020 | Editoriale
Quando con Antonio abbiamo pensato di preparare l’editoriale settimanale l’avevamo immaginato come un lavoro introduttivo ed esplicativo, capace di mettere ordine a quel semplice wordpress che in pochi pomeriggi estivi avevamo assemblato in maniera amatoriale.
Con il passare delle settimane ci siamo resi conto che l’editoriale il più delle volte assurgeva a più compiti contemporaneamente. C’è sempre l’aspetto introduttivo ed esplicativo che speriamo possa mettere ordine alle vostre letture, ma col tempo si è sviluppato un aspetto interessante e che riguarda la natura riflessiva dello stesso.
Questa settimana avremmo avuto intenzione di raccontare il Ritorno a casa. Prima ancora della diffusione di Halloween e, soprattutto prima ancora del teatrino di De Luca, le nostre aree interne si ripopolavano timidamente per i giorni del primo e due novembre. Giorni in cui assistevamo a due tipologie di rientri, allo stesso modo interessanti: il primo di chi vive nelle province limitrofe e rientra a casa per passare un po’ di tempo con i propri cari e il secondo, di chi, nella stessa provincia, ritorna nei paesi di origine della propria famiglia per far visita ai propri cari estinti.
Dunque, in entrambi i casi si intraprende un viaggio che ci riporta alla terra, ma anche alle nostre origini e ci costringe a fare i conti con il nostro passato recente e remoto.
Purtroppo le cose sono andate diversamente e non possiamo fare a meno di non considerare la non più recente epidemia di coronavirus che ha finito per creare un fenomeno diverso. Infatti, in questi giorni stiamo assistendo a nuove chiusure e limitazioni attuate al fine di contenere e abbassare i contagi, e così il ritorno a casa che avevamo immaginato di raccontare ha subito qualche cambiamento. In entrambi i casi sarà la mancanza il sentimento regnante in questi giorni.
Perciò la tematica di queste due settimane ci regalerà molte soprese e novità che come sempre vanno dal cinema, passano per i racconti brevi e per le esperienze autobiografiche, passando per la psicologia e la fotografia.
Buona lettura a tutti!
Antonio Lepore
Andrea Famiglietti
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