Nazis at the center of the Earth

Nazis at the center of the Earth

Se fossi religioso, direi che è venuta l’apocalisse. Siccome non sono religioso, mi limito a dire che sono venuti i nazisti, il che, forse, è la stessa cosa.

(Alberto Moravia)

Io li odio i nazisti dell’Illinois…

(Jake Blues)

NAZIS AT THE CENTER OF THE EARTH

ANNO: 2012
DURATA: 85’
GENERE: sci-fi/avventura
REGIA: Joseph Lawson
SCENEGGIATURA: Paul Bales
PRODUZIONE: United States
CAST PRINCIPALE: Dominique Swain, Jake Busey, Josh Allen, Christopher Karl Johnson, Maria Pallas

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Germania, 10 maggio 1945. In un aeroporto segreto dei nazisti stanno tramando qualcosa che non è il caso di raccontarvi così presto.

Antartide, giorni nostri. Un gruppo di ricercatori fa una scoperta davvero strana (no, non ve la voglio anticipare) e, subito dopo, accade qualcosa di ancora più incredibile che però è meglio se la scoprite guardando il film nel link più avanti.

 

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)

Voi volete bene alla The Asylum? Io sì. La statunitense The Asylum è una casa di produzione e, soprattutto, di distribuzione di film a basso budget direct-to-video (o straight-to-video). Vuol dire che la divertente robaccia che spacciano in giro non passa per le sale cinematografiche, ma va a finire direttamente sui supporti per la visione casalinga (o nei cesti delle offerte “tutto a un euro”), donando gioia ai più arditi. Nazis At The Center Of The Earth fa parte del catalogo Asylum e già potrei terminare qui l’approfondimento sul film. Ma, visto che non sono pagato per farlo, vi scriverò qualcos’altro, giusto per creare un po’ di caos.

Nazis, nel suo essere orrendo, sfiora il sublime e varrà sicuramente la visione, soprattutto se sarete consapevoli del tipo di produzione. Il punto di forza del film risiede nella sceneggiatura scritta direttamente dai uno dei boss della Asylum, tale Paul Bales che, probabilmente sotto l’effetto di sostanze illegali, ha scritto una storia folle. Una storia che per un b-movie è perfetta e parente stretta di numerosi altri film a tema (vi suggerirò qualche altro film simile nell’apposita sezione). In Nazis c’è di tutto, dai riferimenti ai cartoni animati tipo Futurama (un personaggio in particolare) fino ad arrivare ai classici scienziati pazzi della fantascienza più vintage. Tutto, ma proprio tutto, sempre al limite della credibilità e con una CGI spassosissima e leggermente sopra la media della casa di produzione coinvota. Considerando che non si tratta di un documentario non avremmo potuto chiedere di meglio per essere intrattenuti nella maniera “peggiore”, senza scomodare la politica o questioni decisamente più serie. Io vi ho avvisato, ora saranno… Nazi vostri!

FILM COMPLETO (RAPIDO E QUASI INDOLORE)

Nota: Ricordate di preparare una bella pizza per accompagnare la visione. Serviranno anche 6-7 birre ad alta gradazione per creare l’atmosfera adatta… visti i tempi e considerando il film davvero weird.

VISIONI (S)CONFINANTI (LE PRIME CHE MI VENGONO IN MENTE)

L’occhio nel triangolo (1977, Ken Wiederhorn), Outpost (2008, Steve Barker), Dead snow (2009, Tommy Wirkola), Dead Snow: Red vs. Dead (2014, Tommy Wirkola), Iron sky – saranno nazi vostri (2010, Timo Vuorensola), Ilsa la belva delle SS (1975, Don Edmonds), Salon Kitty (1976, Tinto Brass), Death Ship (1980, Alvin Rakoff), Overlord (2018, Julius Avery).

PIZZA TIME: TUTTI IN ABRUZZO!

Superargo contro Diabolikus

Superargo contro Diabolikus

PUNTATA NUMERO 30 DI CINEMA-OFF E PIZZA, QUESTA VOLTA IN CALZAMAGLIA E MASCHERA. Buona lettura, buona visione e buon appetito.

Non sono un profeta o un uomo dell’Età della pietra. Sono solo un mortale con le potenzialità di un supereroe.

(David Bowie)

La forza di questo paese non è negli edifici di mattoni e acciaio. È nei cuori di coloro che hanno giurato di lottare per la sua libertà!

(Capitan America)

Ma che (due) palle la Marvel!

(Paolo Spagnuolo)

DIRETTAMENTE DAL 1967, IL TRAILER ITERNAZIONALE (DOPO, SE FARETE I BRAVI, VI POSTO ANCHE IL FILM COMPLETO E UNA RICETTA PER ACCOMPAGARE LA VISIONE)

SUPERARGO CONTRO DIABOLIKUS

ANNO: 1966
DURATA: 93’
GENERE: spionaggio, fantascienza, azione
REGIA: Nick Nostro (Nicola Nostro)
SOGGETTO: Mino Giarda
SCENEGGIATURA: Mino Giarda, J. J. Balcázar
MUSICA: Franco Pisano
PRODUZIONE: Italia, Spagna
CAST PRINCIPALE: Ken Wood (Gianni Cianfriglia), Gerard Tichy, Loredana Nusciak, Giulio Battiferri, Monica Randall

TRAMA (GIUSTO IL MINIMO SINDACALE)

Tutte le superpotenze mondiali sono in allarme per la scomparsa di ingenti quantità di uranio. Dietro questi arditi furti c’è la mano di un super-cattivo: Diabolikus. Ma i suoi sogni di dominio si dovranno scontrare con Superargo, ex lottatore in preda ad una crisi dopo aver involontariamente ucciso un suo collega sul ring.

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ (MENO DEL MINIMO SINDACALE, GIUSTO PER GIRARCI INTORNO)

Superargo è uno dei primissimi supereroi proiettati nelle sale cinematografiche italiane anche se il fumetto da cui deriva è di origine spagnola (come la coproduzione del film). Il suo clamoroso successo al botteghino portò in pochissimi anni, poco più di un biennio, alla produzione di decine di altre pellicole più o meno a tema. Come ogni buon film di genere che si rispetta anche Superargo contro Diabolikus nasce per sfruttare il successo di produzioni che in altre nazioni o in altri periodi storici hanno avuto incassi più che sostanziosi. In questa occasione si tratta di tornare indietro alla fine degli anni Cinquanta periodo in cui il campione di lucha libre Rodolfo Guzmán Huerta, conosciuto con il nome d’arte El Santo, riempiva le sale del suo Paese e quelle di decine di altre nazioni in cui venivano esportate le sue gesta. In questo i cinematografari italiani e spagnoli furono (come sempre) molto furbi e decisamente exploitativi, perché nelle versioni spagnole e italiane dei film di El Santo il suo nome fu trasformato proprio in Argo. Da Argo a Superargo è tutto un attimo.

 

Non dimentichiamoci che già da qualche anno c’era in giro un certo Bond, James Bond.

Ora sarò brevissimo e spero di farvi incuriosire. Il film è un vero spasso. Un mix di generi clamoroso che centrifuga la spy-story (eurospy, per essere precisi) al thriller all’italiana, con un’aggiunta d’avventura pura con qualche strizzatina d’occhio al citato James Bond, tanto per ritornare al genere… Perché anche Superargo ha un sacco di aggeggi fantastici che lo rendono invincibile. I servizi segreti non possono lavorare solo per Bond, giusto? Ma poi cos’ha l’attore e stuntman italiano Giovanni Cianfriglia (in questo film accreditato come Ken Wood) meno di Sean Connery?

Colonna sonora, jazz, curata dal nostro Franco Pisano.

Curiosità: Il regista, Nicola Nostro, disse che Cianfriglia recitava come se fosse Zorro. A quel punto venne scelto il miglior doppiatore che il piccolo budget permetteva per la voce di Superargo, così risolse il problema Zorro. Il regista, sempre a causa del budget, dovette girare alcuni interni nella sua villa di Frascati. E sono questi piccoli dettagli che elevano a leggenda alcune produzioni.

FILM COMPLETO (IN ITALIANO)

ALTRE PELLICOLE A TEMA

Il sequel di Superargo: L’invincibile Superman (1968, Paolo Bianchini), I fantastici 3 Supermen (1967, Gianfranco Parolini con lo pseudonimo di Frank Kramer), Goldface, the Fantastic Superman (1967, Bitto Albertini), Kriminal (1967, Umberto Lenzi), Diabolik (1968, Mario Bava), Santo vs. las Mujeres Vampiro (Santo contra las mujeres vampiro) (1962, Alfonso Corona Blake), Santo y Blue Demon Contra Dracula y el Hombre Lobo (1973, M.M. Delgado)

E in attesa di goderci i Manetti Bros con la loro versione di Diabolik, ammirate la “pop-art” del film di Bava del ’68. Ecco il trailer internazionale:

PIZZA TIME. OSPITE SPECIALE PER FESTEGGIARE I 30 APPUNTAMENTI CON CINEMA-OFF E PIZZA: IL SIMPATICO BONCI

 

L’incubo di Janet Lind

L’incubo di Janet Lind

Il prezzo del sogno di pochi è l’incubo di molti.

Hasier Aguirre

Gli incubi esistono al di fuori della ragione e le spiegazioni divertono ben poco, sono antitetiche alla poesia del terrore.

Stephen King

Ma come ho potuto? A questo punto della mia rubrica avrei dovuto scrivere qualcosa su un bel noir minore, di quelli contaminati, sporchi e poco nominati dagli intenditori.

Bene, ci siamo.

Abbassate le luci e, se volete, passate direttamente al link in calce all’articolo che contiene il film completo in italiano.

L’INCUBO DI JANET LIND (la trama): le notti della bella Janet sono tormentate da incubi terrificanti, risultato di un fatto di sangue perpetrato dalla madre (successivamente dichiarata insana di mente) a cui aveva assistito da bambina. Anche Janet teme di fare la stessa fine di sua madre e così sceglie di andar via del collegio femminile in cui si trova. Viene ospitata da Mary, un’assistente del collegio. A casa di Mary conosce Grace, un’infermiera che il suo tutore Henry ha inviato per assisterla, ma la situazione prenderà presto una brutta piega…

 

PERCHÉ VEDERE QUESTO FILM?

  1. Ormai siamo amici, non vi consiglierei nulla che non sia di un certo valore… storico e, soprattutto, d’intrattenimento;
  2. L’incubo di Janet Lind è stato prodotto nel 1963, anno in cui la Hammer Film Productions era ancora nel suo periodo d’oro. E noi tutti vogliamo bene alla Hammer, giusto?
  3. Freddie Francis, grandissimo direttore della fotografia e buon regista, è un vero specialista del genere. La Hammer, per andare sul sicuro, l’ha scelto per questa storia e il risultato è tutt’altro che “standard”;
  4. Il connubio tra noir, orrore (si fa per dire) e thriller psicologico in questo film è perfetto e ben bilanciato. Tutta la pellicola si basa sulle riconoscibili e affascinanti atmosfere inglesi di quegli anni, oggi considerate gloriosamente vintage e piene di magnifici chiaroscuri (un classico anche dei gotici dell’epoca);
  5. Ottimi tutti i ruoli femminili e i continui ribaltamenti dei loro ruoli;
  6. Lo reputo un piccolo umile cult, che potete godervi con le luci basse e un bel pacco di popcorn o della pizza (che poi è anche la filosofia di questo spazio dedicato al Cinema). Se poi la storia, vista oggi, risulterà solo parzialmente inattesa o naif per chi ha confidenza con il genere sarà solo un trascurabile dettaglio.

Curiosità: pare che l’incipit di questo film abbia ispirato una scena de La Casa di Sam Raimi. Ma, ovviamente, non vi scriverò quale. VI dico solo: attenti ai sorrisi.

Filmografia consigliata di Freddie Francis: L’uomo che vinse la morte (1962), Le Cinque Chiavi Del Terrore (1964), Le amanti di Dracula (1968), Racconti dalla tomba (1972), Il terrore viene dalla pioggia (1973).

FILM COMPLETO

L’estate che porta nell’abisso

L’estate che porta nell’abisso

L’abisso è in noi e fuori di noi, è il presentimento di ieri, l’interrogativo di oggi, la certezza di domani.

Emil Cioran

L’estate volge al termine e, per alcuni di voi, si avvicina la sventura dello sprofondare nell’abisso freddo e profondo dell’inverno. Ai più inquieti e freddolosi consiglio la visione dell’esordio su grande schermo – datato 1959 – di Silvio Amadio (L’isola delle svedesi, La minorenne), già aiuto di Blassetti, Germi e Matarazzo: I lupi nell’abisso, presentato alla Berlinale del ’59, narra le sventure di un sottomarino italiano colpito e danneggiato dagli ordigni di profondità sganciati dei nemici. Dei dieci superstiti se ne potrà salvare soltanto uno perché il nostromo si accorge che lo scafandro di salvataggio non potrà portare in salvo tutti e, forse, non salverà neanche l’unico… fortunato.

Opera un po’ teatrale (ma con un’ambientazione all’interno di un sommergibile come poteva essere altrimenti?), ma decisamente stimolante che vede nel cast la coppia Massimo Girotti (il comandante) e Folco Lulli (il nostromo) in splendida forma. Tra gli altri attori anche un giovane e teutonico Horst Frank, volto successivamente abbastanza noto in Italia per aver lavorato tra gli altri con Umberto Lenzi, Enzo G. Castellari e Dario Argento.

Come potrete immaginare dalla breve sinossi, il tema della salvezza di un unico individuo tra molti dirigerà la storia verso una serie di diramazioni, tensioni e riflessioni profonde come il mare e interessanti ancora oggi.

Chi dovrebbe salvarsi e perché…

 

BUONA VISIONE, DI SEGUITO IL FILM COMPLETO

La commedia del…terrore

La commedia del…terrore

“Supponete che i pensieri siano palloni: l’ansioso ci si ferirebbe lo stesso.”

Henri Michaux

Premessa: nella brevissima presentazione di questo film darò per scontato che siete consapevoli dell’importanza del cast attoriale e tecnico citato. In caso contrario, vergognatevi oppure chiedete a google.

Ora possiamo proseguire il viaggio estivo di questa rubrica, momentaneamente dedicata ai film da visionare comodamente sotto l’ombrellone grazie al Tubo. È il momento di una commedia intitolata Il Clan del terrore (titolo originale, The Comedy of terrors). Il nome e gli attori principali potrebbero trarvi in inganno, il lungometraggio è tutt’altro che terrificante e andrebbe classificato come una riuscita e spassosa parodia dei film horror dell’epoca.

Perché guardare questo film senza che vi anticipi nulla della trama?

  1. Perché gli attori principali sono: Vincent Price, Boris Karloff, Peter Lorre e Basil Rathbone;
  2. Perché il leggendario Boris Karloff nei panni del suocero rimbambito è fenomenale;
  3. Perché tutti gli attori durante le riprese se la sono spassata a punzecchiarsi esattamente come potrete notare dalla sceneggiatura del film;
  4. Perché il regista questa volta non è il maestro Roger Corman, ma quel mezzo francese di Jacques Tourneur (Il bacio della pantera, 1942 e Ho camminato con uno zombie, 1943) e scusate se è poco;
  5. La sceneggiatura è di Richard Matheson;
  6. Vincent Price, nel suo essere un semidio, grazie allo script ha l’occasione di lasciarsi completamente andare…
  7. C’è anche un cameo di Joe E. Braun (vedi A qualcuno piace caldo di Billy Wilder… “Nessuno è perfetto!”)

Buon divertimento a tutti.

Signore e signori, direttamente dal 1964, senza aria condizionata ma con la mascella pronta alle risate…