
Rimani, ancora qualche minuto, il tempo di credere che tutto stia già qui
Rimani ancora qualche minuto, il tempo di credere che tutto quello di cui abbiamo bisogno stia già qui. Se avremo sete, non mancheranno le birre rigorosamente indipendenti da logiche di mercato; se avremo fame, non mancheranno le nonne, che ancora non si sono estinte perché anche Dio ha capito che potremmo fare a meno persino dell’onestà, ma non di una nonna; se avremo voglia di camminare, non mancheranno i marciapiedi già calpestati dalle nostre suole sporche di speranze disattese; se avremo voglia di fare l’amore, non mancheranno donne ed uomini da amare almeno per qualche secondo.
E se a me non bastasse tutto ciò? Se io volessi qualcosa in più? Se io volessi fuggire da qui perché i miei sogni sono più grandi di un pettegolezzo di paese? Se io necessitassi di un cielo diverso perché il cielo visto da qui ha smesso di turbarmi l’anima persino in estate? E se desiderassi ascoltare canzoni altrove da qui, cosa mi risponderesti?
Io non lo so. Non ho le risposte adatte per convincerti che non fa niente se non incontri il lavoro giusto che potresti trovare in una città più meritocratica. E non ho ancora trovato nemmeno le parole giuste per convincerti che la felicità, in fondo, la si può trovare anche rinunciando a qualche legittima aspirazione personale. Per esempio, io rinuncerei ad un po’ di prestigio se semplicemente qui venissero garantite dignità e meritocrazia.
E lo farei perché a furia di rinunciare a cambiare le cose abbiamo smarrito noi stessi; perché, forse giusto in tempo, ho capito che senza la briscola davanti al bar non esisterebbe nemmeno la Gioconda; perché è giusto fare le esperienze altrove, ma è altrettanto giusto rimanere per proteggere la vita dei piccoli centri altrimenti morirebbe l’intero Paese. Mica per caso avete mai visto una specie progredire uccidendo quelli più in difficoltà?
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