
La nostra estate
Ne abbiamo sempre pronta testimonianza: i giorni sul calendario ne sono un chiaro segnale, ma lo è anche l’aria calda e umida che durante gran parte del giorno non incontra molte resistenze davanti a sé. Ecco, sono solo alcune delle costanti che ogni anno ci ricordano l’arrivo dell’estate.
Altre tendiamo a darle per scontate e a considerarle come parte di una cornice più ampia. Ci accorgiamo della loro presenza solo quando cominciano a mancare. Proprio da una in particolare possiamo partire. Ha fatto sì che nelle nostre piccole piazze cittadine si lasciasse spazio al silenzio. Un silenzio che ha sostituito quel chiassoso modo di festeggiare degli alunni delle scuole medie, che dopo gli esami festeggiavano la fine della scuola. Festeggiamenti che erano vissuti come una liberazione frutto dei tre anni intensi, senza attimi di pausa e tregua.
Ne abbiamo sentito la mancanza e ci siamo ricordati che anche questo è stato un anno particolare e lo è stato per tutti. Lo è stato per chi come noi lotta per costruirsi ancora un futuro, lo è stato per chi appartiene alle generazioni precedenti e lotta per mantenere il proprio presente, ma lo è stato anche per i tanti più giovani che hanno un futuro immenso davanti e che però hanno dovuto fare i conti sin da subito con un presente fatto di privazioni e sacrifici.
Malgrado ciò vogliamo pensare a questa estate come un nuovo anno zero da cui ripartire. Una necessità di cui si ha un forte bisogno, sia a livello individuale che a livello collettivo.
Per questo in queste due settimane abbiamo deciso di parlare dell’estate che ci aspetta e di quello che potremmo fare noi durante questa estate.
Antonio Lepore
Andrea Famiglietti
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